“Abbiamo un paese che è di parole. E tu parla, che io possa fondare la mia strada pietra su pietra.
Abbiamo un paese che è di parole, e tu parla, così che si conosca dove abbia termine il viaggio.”

Mahmud Darwish

domenica 9 novembre 2008

9 - 16 novembre SETTIMANA INTERNAZIONALE CONTRO IL MURO DELL'APARTHEID



Mappe a cura di PENGON (2003), tratte da www.stopthewall.org

La data della caduta del Muro di Berlino, 9 novembre 1989, è stata simbolicamente adottata come data di mobilitazione internazionale contro la costruzione del vergognoso Muro nei territori palestinesi: 9-16 novembre 2008 è la SESTA SETTIMANA INTERNAZIONALE CONTRO IL MURO DELL’APARTHEID.

Il Muro dell’Apartheid, definito da Israele in modo ipocrita e vergognoso “Barriera di Sicurezza”, sta imprigionando i palestinesi in ghetti circondati da una tripla rete assassina di cemento, filo spinato e fortificazioni elettroniche. Il muro ha un’altezza che va da 2,5 a 9 metri (più del doppio del muro di Berlino); la larghezza compresa tra le barriere di filo spinato è di 60-150 metri; su entrambi i lati esiste una zona cuscinetto di 30-100 m dotata di telecamere, sensori elettronici e rivelatori di movimento, costantemente pattugliata dai militari israeliani.

La costruzione del Muro ha lo scopo di annettere a Israele vaste zone dei territori palestinesi, non segue infatti la Linea Verde (confine di Israele prima del 1967), ma si ramifica all’interno della Cisgiordania trasformandola in un puzzle di bantusan nello stile dell’Apartheid sudafricana. Il Muro, inoltre, rende la vita impossibile ai palestinesi privandoli dei mezzi essenziali di sussistenza. Fino ad ora la costruzione del muro ha comportato:

- la devastazione di oltre 1.400 ettari di terre;
- la distruzione di oltre 100.000 alberi di olivo dei quali molti secolari e protetti da leggi internazionali per la loro importanza scientifica;
- 36 pozzi di acqua sono stati sottratti ai palestinesi;
- circa 30.000 famiglie contadine sono state private di ogni mezzo di sussistenza perché le loro terre si trovano dall’altra parte del Muro;
- restrizioni umilianti e disumane della libertà di movimento che provoca l’impossibilità di raggiungere, scuole, ospedali, servizi.

Il progetto di Israele continua. L’intero progetto prevede una barriera lunga 750 km e si stima che la sua realizzazione comporta la cacciata di 90.000 - 210.000 palestinesi dalle loro case.

Il Muro è stato condannato da numerose risoluzioni ONU e dal Tribunale della Corte di Giustizia dell’Aia che, il 9 luglio del 2004, ha decretato che il MURO è ILLEGGITTIMO E VA RIMOSSO.

Lo storico israeliano, Ilan Pappe, in una Conferenza tenutasi all’Università di Friburgo il 4 giugno 2005, ha dichiarato:

“Esiste un grave pericolo che i palestinesi siano vittime di una pulizia etnica. Israele ha già trasferito duemila famiglie palestinesi per costruire il muro. E non troviamo questa informazione su nessun giornale occidentale (...) Sono 250.000 i palestinesi direttamente minacciati dal muro, nel quadro della prossima fase di annessione della Cisgiordania a Israele. (…)

C’è un bisogno urgente di strategie che corrispondano meglio alle realtà, che permettano di fare ciò che, sia i movimenti pacifisti in Israele, sia i movimenti palestinesi di resistenza nei territori occupati, non sono evidentemente riusciti a fare. Si tratta beninteso di porre un termine all’occupazione israeliana. E’ soltanto quando l’occupazione militare finirà che ci sarà una qualche possibilità di riconciliazione fra i due popoli. (…)

So bene che l'espressione "pulizia etnica" ha delle connotazioni che evocano il periodo nazista, ma in realtà questa espressione non fu utilizzata allora. Mi riferisco a un'espressione utilizzata dal Dipartimento di Stato e dalle Nazioni Unite che descrive quello che è successo nei Balcani negli anni '90. Se consultate il sito web del Dipartimento di Stato o quello dell'ONU, troverete una definizione chiarissima di ciò che è la pulizia etnica. La pulizia etnica è una politica di espulsione, di demolizione di case, di costruzione di muri di separazione, di segregazione; e questa politica è motivata da una ideologia.

Il movente di una tale politica è il desiderio di vedere un gruppo etnico rimpiazzarne un altro. Non penso che esista definizione migliore della politica sionista attraverso i decenni. ”

È emblematico e imbarazzante che addirittura un israeliano si pronunci in questi termini mentre noi europei assistiamo muti e indifferenti al consumarsi di un crimine contro l’umanità.

vedi anche: http://www.stopthewall.org/ sito da cui è possibile scaricare la mappa con il tracciato del muro http://stopthewall.org/maps/45.shtml e l'appello della campagna Anti-Apartheid Wall http://stopthewall.org/downloads/pdf/waaw2008f.pdf

http://www.palestinalibera.it/index_pal.htm, link OCCUPAZIONE, IL MURO

Pengon (rete delle ONG palestinesi), 2004. Stop the Wall - Il Muro dell'Apartheid in Palestina - Fatti, analisi, testimonianze. Il Manifesto, Liberazione, Carta.

Video su youtube: http://it.youtube.com/watch?v=JjEq2dYF6lw

Nessun commento:

blogmasters g.40, gino pino, Ter