“Abbiamo un paese che è di parole. E tu parla, che io possa fondare la mia strada pietra su pietra.
Abbiamo un paese che è di parole, e tu parla, così che si conosca dove abbia termine il viaggio.”

Mahmud Darwish

mercoledì 30 dicembre 2009

per tutte le news su Gaza Freedom March

per tutte le info aggiornate: www.forumpalestina.org

Rifiutato l'ultimatum delle autorità egiziane.
La Gaza Freedom March non rinuncia ai propri obiettivi

La Gaza Freedom March sta affrontando una sfida politica sul campo molto difficile. Per questo riteniamo che gli attivisti bloccati dalle autorità egiziane abbiamo in questo momento bisogno di tutto il nostro sostegno. A tale scopo è stata convocata una manifestazione giovedi 31 dicembre alle ore 16.00 davanti all’Ambasciata dell’Egitto a Roma in via Salaria 267. Una manifestazione analoga si terrà anche a Parigi.

La situazione sul campo è ancora molto difficile con le delegazioni bloccate al Cairo e il governo egiziano che ha lanciato “una polpetta avvelenata” sul percorso della Gaza Freedom March, ponendo un ultimatum per ieri sera per una delegazione ristretta e di carattere umanitario a cui sarebbe consentito l’ingresso a Gaza. Questa proposta era emersa anche nei colloqui che abbiamo avuto ieri pomeriggio alla Farnesina, segno evidente che era il punto su cui si erano attestate le autorità egiziane e le diplomazie dell’Unione Europea.

Questa proposta è stata oggetto di una discussione amplia e tumultuosa conclusasi in alcuni casi alle 2.00 di notte e che ha visto le delegazioni – inclusa quella italiana – rifiutare l’ultimatum. Purtroppo gli articoli comparsi questa mattina su Il Manifesto e Liberazione sono andati in stampa prima che la discussione giungesse alla conclusione di respingere la “polpetta avvelenata” lanciata dalle autorità egiziane. Ciò ha creato in Italia un po’ di confusione che ci vediamo costretti e rettificare con urgenza.

Questa mattina i pullman messi a disposizione dalle autorità egiziane sono stati “disertati” dagli attivisti della Gaza Freedom March che hanno scelto di tenere il punto politico sull’obiettivo della marcia: rompere l’assedio di Gaza e creare le condizioni affinchè il valico di Rafah non venga sigillato seppellendo un milione e mezzo di palestinesi dentro una prigione a cielo aperto.

Oggi è in corso una assemblea plenaria delle delegazioni al presidio in corso da giorni sotto l'ambasciata francese per discutere e decidere le iniziative nelle prossime ore e nei prossimi giorni.

I nostri compagni in queste ore sono stati costretti a discussioni e decisioni difficili ma che ci sentiamo di condividere pienamente. La battaglia sulla fine dell’assedio di Gaza è una battaglia di enorme valore politico e morale.

Invitiamo tutti ad accentuare le pressioni sul governo egiziano ormai pienamente corresponsabile dell’assedio di Gaza e contemporaneamente a dare vita ovunque sia possibile ad iniziative che ricordino i crimini di guerra commessi dalle truppe israeliane a Gaza un anno fa.

A Gaza è in gioco la libertà e la dignità di tutti

Il Forum Palestina

lunedì 28 dicembre 2009

sostegno delle RdB alla Gaza Freedom March

Le RdB sottoscrivono 7.500 euro per l'ospedale palestinese Al Awda di Gaza. Sostegno alla Gaza Freedom March

La solidarietà con il popolo palestinese è consolidata tra gli iscritti e i delegati delle RdB. Il nostro sindacato in questi anni è stato in prima fila nell'organizzazione delle manifestazione per i diritti del popolo palestinese e nel sostegno concreto alle strutture palestinesi nei campi profughi in Libano e adesso nella Striscia di Gaza. In queste settimane, in tutta Italia, i delegati e gli iscritti alle RdB hanno raccolto circa 7.500 euro attraverso i blocchetti per la sottoscrizione popolare all'Ospedale Al Awda di Jabalya (nord della Striscia di Gaza). Una sottoscrizione finalizzata all'acquisto di una TAC per questo ospedale che durante il massacro dell'Operazione Piombo Fuso si è trovato sulla linea del fronte per giorni e giorni.
Già a marzo una delegazione del Forum Palestina era riuscita ad entrare a Gaza e a consegnare circa 27.000 euro. Tra pochi giorni un'altra delegazione del Forum Palestina (nell'ambito della missione internazionale Gaza Freedom March che vedrà circa 1.500 partecipanti provenienti da tutto il mondo) cercherà di nuovo di rompere il vergognoso assedio a cui sono sottposti i palestinesi di Gaza e porterà la nuova sottoscrizione che anche questa volta sfiora i 20.000 euro. Il nostro sindacato ha deciso di sostenere così concretamente sia la marcia su Gaza che i progetti di solidarietà in corso con il popolo palestinese.

Le RdB con la Palestina nel cuore e fino alla vittoria.

www.rdbcub.it

x la palestina

UN ANNO DA "PIOMBO FUSO"... NOI NON DIMENTICHIAMO! NOI NON PERDONIAMO!

Il 27 dicembre 2008 i cieli di Gaza si riempivano di scie bianche luminose: incominciava "Piombo Fuso", una delle più sanguinose operazioni militari che il criminale stato d'Israele abbia mai condotto contro il popolo di Palestina. Quelle scie nel cielo erano le bombe al fosforo bianco usate deliberatamente dall'aviazione israeliana contro la popolazione civile. A questi primi feroci bombardamenti segue, il 3 gennaio 2009, l'invasione di terra che continua a seminare morte e distruzione.
Tutti i fidi sostenitori dei sionisti correvano a censurare le immagini provenienti dalla Striscia, a tentare di nascondere ai nostri occhi quali orribili barbarie venivano commesse, condannando a parole ogni forma di violenza, proprio mentre restavano fermi per dare a Israele il tempo di colpire... Continuando a raccontarci che Israele si stava solo difendendo da Hamas e dai suoi razzi Quassam – senza precisare che questi razzi, forma disperata di resistenza contro l'occupazione militare della propria terra, negli ultimi otto anni avevano fatto all'incirca 15 morti israeliani, contro le migliaia di palestinesi morti e feriti nello stesso periodo, senza contare i quasi 1500 palestinesi barbaramente uccisi e i 5.000 feriti solamente nei 21 giorni dell'operazione...
Mentre i governi imperialisti di tutto il mondo chiudevano gli occhi (e chi, come i carabinieri italiani, anche il valico di Rafah, contribuendo ad imprigionare la popolazione di Gaza sotto i bombardamenti), forti erano anche le proteste: a Roma un corteo di più di 100.000 persone attraversava le strade della città per chiedere la fine dell'aggressione israeliana, ad Astakos i compagni greci bloccavano una nave carica di armi diretta in Israele, nel Regno Unito si occupavano le facoltà, mentre tutto il mondo arabo scendeva in piazza venendo brutalmente represso dai regimi collaborazionisti.
In quei giorni di massacro furono palesi le politiche genocide dell'imperialismo sionista, che da 61 anni occupa la terra di Palestina perpetrando una sistematica e scientifica strage del suo popolo. Genocidie, sì: perché alle fasi di attacco “diretto” con azioni militari indiscriminate (bombardamento di scuole, moschee, edifici ONU...), e con armi non convenzionali (bombe al fosforo, bombe DIME, uranio impoverito – strumenti di morte che provocano mutilazioni, malattie a lungo termine, o che devastano il territorio, contaminando persino le falde acquifere...), si aggiunge l'occupazione e l'embargo, un'opera di stermino quotidiano, fatta di lutto, miseria, disoccupazione, checkpoint, assassini mirati, raid notturni, sindromi post-traumatiche, depressioni, suicidi, uso di sostanze stupefacenti per sopportare la realtà...
Oggi, ad un anno dalla strage di mano israeliana e complicità occidentale, noi non vogliamo soltanto ricordare: vogliamo anche far ricordare ai sionisti e ai loro sponsor italiani che la rabbia è ancora viva, che il fuoco della resistenza del popolo palestinese brucia più del loro fosforo. Che non ci rassegneremo a considerare la Palestina un'emergenza umanitaria, ma una questione politica che richiede tutto il nostro impegno, convinti come siamo che non ci potrà mai essere nessuna pace, in Palestina e nel mondo intero, se prima non ci sarà giustizia!

FINO ALLA VITTORIA!

Red Net
http://red-net.it/

studenti universitari-Politecnico09 Bologna
http://politecnico09.splinder.com/
politecnico09@yahoo.it

Collettivo Autorganizzato Universitario (Napoli), Coordinamento II Policlinico (Napoli), Collettivo Politico di Scienze Politiche (Firenze), Collettivo 20 Luglio (Palermo), Collettivo Lavori in Corso (Roma), Resistenza Universitaria-Laboratorio politico della Sapienza (Roma), Assemblea di Scienze Politiche (Milano), Rete Studenti (Salerno)

giovedì 24 dicembre 2009

Per ricordare la Palestina

Boicotta i prodotti israeliani!

Mercoledì 30 dicembre
ore 17.00
davanti al supermercato Pam di via RivaReno via Marconi
Bologna


Immagina di essere palestinese e che solo per questo hai perso la tua casa, la tua terra e sei stato cacciato per essere confinato in un campo profughi.
Immagina di aver lottato per mantenere la tua identità, la tua dignità e per poter tornare alla tua terra , per questo sei stato oggetto delle più efferate uccisioni e persecuzioni.
Immagina, inoltre, che perché rifiuti di abbassare la testa ti assediano e ti tolgono i più elementari diritti: il cibo, la casa, la cura sanitaria, lo studio, il lavoro ecc..
Immagina che perché ti sei ribellato a questa violenza hanno scatenato contro di te e la tua gente un’aggressione che ha provocato 1414 morti e più di 6000 feriti.
Immagina che per punire il tuo tentativo di ribellione vengano usate armi che rilasciano veleni cancerogeni. Immagina che tutto questo dura da più di 60 anni e che il tutto avviene con la complicità dei paesi occidentali come l’Italia.
Alla fine e dopo aver subito tutto questo, cosa faresti?
Decine di centinaia di persone, hanno deciso di recarsi a Gaza il 31 dicembre, attraverso la "Gaza Freedom March". Cercheranno di rompere l’assedio che strangola 1.500.000 palestinesi ivi residenti.
Dimostra la tua solidarietà con il popolo palestinese e con la marcia di “Gaza Freedom March” boicottando e non comprando prodotti israeliani.

Boicotta i prodotti israeliani
Contro il sionismo
Con la Palestina nel cuore

Comitato Palestina Bologna

LA GAZA FREEDOM MARCH NON SI LASCIA INTIMIDIRE!

Sostenete con ogni mezzo l'iniziativa

A pochi giorni dalla partenza di centinaia di volontari da tutto il mondo per prendere parte alla Gaza Freedom March, il governo egiziano ha comunicato al comitato organizzatore ed alle ambasciate delle 42 nazioni degli attivisti che non concederà il passaggio nella Striscia di Gaza e minacciato azioni repressive ed arresti. Naturalmente, nessuna delegazione è intenzionata a rinunciare a portare la solidarietà dei nostri popoli alle donne, agli uomini ed ai bambini di Gaza. Quindi, per quanto ci riguarda, la Marcia verso Gaza è già iniziata e confermiamo tutti gli appuntamenti e gli impegni presi.

Invitiamo tutti quelli che non possono essere fisicamente con noi a sostenerci, inviando mail all’ambasciata egiziana a Roma – ambegitto@yahoo.com – chiedendo alle autorità egiziane di non ostacolare la Gaza Freedom March e di lasciarci raggiungere i nostri fratelli palestinesi. Ugualmente, invitiamo a sostenere con urgenza le grandi spese cui stiamo facendo fronte, inviando un bonifico sul conto corrente postale n. 47209002, intestato a Monti Germano, con la causale Gaza Freedom March. Il codice IBAN è IT59 C076 0103 2000 0004 7209 002.

Con la Palestina nel cuore, fino alla vittoria.

Il Forum Palestina

giovedì 17 dicembre 2009

x il 42 anniversario dell'FPLP

Unità e Fermezza: oltre 70.000 hanno manifestato a Gaza per il 42esimo anniversario del FPLP

[per visionare le foto www.pflp.ps]

Oltre 70.000 tra quadri, membri e simpatizzanti del Fronte popolare di liberazione della Palestina, e la popolazione della striscia di Gaza, si sono ritrovati allo Stadio Palestine per il raduno in occasione del 42.esimo anniversario del PFLP il 12 dicembre 2009, rovesciandosi poi nelle strade circostanti e portando bandiere, stendardi e poster dei martiri e dei leader del Fronte.

Fin dalle prime ore del mattino, folle di giovani e vecchi, uomini, donne e bambini si sono messi in viaggio dalle varie province della Striscia e da tutti i campi e i villaggi a Gaza City per il raduno, rispondendo all'appello del Fronte di partecipare con lo slogan "Unità, fermezza e resistenza-fino alla vittoria!"

Il compagno dottor Rabah Muhanna, membro dell'Ufficio Politico del Fronte e leader del suo ramo di Gaza, ha fatto appello al mantenimento e potenziamento della resistenza in generale e alla lotta armata in particolare contro il nemico sionista, richiamando ad una struttura di resistenza coordinata che serva a combattere per guadagnare i nostri diritti. Il compagno Muhanna ha enfatizzato il concetto che la strada dei negoziati, da Oslo ad Annapolis, è chiaramente giunta ad una fine certa e che ci deve essere una dichiarazione da parte di tutte le forze palestinesi della morte dell'opzione definitiva che prevedeva la strada dei cosiddetti "negoziati" e la fine immediata del cosiddetto "periodo di transizione", inclusa la fine completa della cooperazione in merito alla sicurezza con l'occupante.

Ha espresso un appello urgente all'unità nazionale, affermando che è una necessità per la vittoria e che tutti i prigionieri politici nella West Bank e a Gaza devono essere liberati, e che questa unità deve essere stabilita sulla base della causa nazionale palestinese e dell'interesse nazionale palestinese, rispondendo al sacrificio di migliaia di martiri, feriti e prigionieri: assicurare uno Stato indipendente con Gerusalemme come capitale, l'autodeterminazione e il diritto al ritorno. Il compagno Muhanna ha salutato tutti i Palestinesi che vivono nella Palestina occupata nel '48, nella West Bank, ovunque in Gaza, nei campi, e ovunque nel mondo nella diaspora e nell'esilio, esprimendo la totale determinazione del Fronte di lottare per il raggiungimento di una piena vittoria contro il regime di occupazione criminale e fascista. Egli ha sottolineato la storica esperienza del Fronte nell'affrontare il sionismo come estensione della lotta del Movimento Nazionale Arabo.

Ha detto che il Fronte continuerà lungo il sentiero della sua storia nella lotta rivoluzionaria per raggiungere la vittoria e la completa sconfitta del criminale nemico sionista e del campo dietro di esso che lo rende potente e aggressivo e indebolisce il nostro popolo e gli impedisce di progredire, il campo imperialista e le sue componenti e i suoi eserciti reazionari, sotto la selvaggia leadership dell'imperialismo statunitense. Il compagno Muhanna ha concluso il suo discorso con un appello all'unità nazionale, invocando i colori della bandiera palestinese e gli stendardi delle fazioni palestinesi: verde per Hamas, bianco per Fateh, nero per la Jihad Islamica e rosso per l'FPLP, facendo appello al nostro popolo ad essere unito sotto la bandiera nazionale palestinese completa.

Almazah Sammouni, che ha perso la sua famiglia nell'aggressione a Gaza del dicembre 2008-gennaio 2009 ha parlato, dicendo "Non sono venuto qui oggi per piangere o portare il lutto per la mia famiglia, "la famiglia Sammouni, che ha sofferto sotto i colpi e i missili dell'occupazione come migliaia di martiri del nostro popolo, ma sono venuto per esprimere il mio orgoglio per il loro sacrificio e impegno."

Ha fatto appello a tutte le forze palestinesi,in particolare Fateh e Hamas, di unirsi sotto lo stendardo del sangue dei martiri e la promessa di un futuro migliore per il nostro popolo e i nostri bambini, e di lottare per far causa all'occupante e ai suoi leader per i crimini contro il popolo palestinese trascinandoli nelle corti internazionali.

La compagna Amna Rimawi moglie del compagno imprigionato Majdi Rimawi e dirigente del consiglio di villaggio di Beit Rima, uno degli eroi dell'operazione del leggendario 17 ottobre che colpì il ministro del turismo Rehavam Ze'evi, estremista sionista, ha parlato al raduno, esprimendo i suoi saluti per conto delle famiglie dei prigionieri, e facendo appello a coloro che hanno catturato il soldato dell'esercito occupante Gilad Shalit chiedendogli di mantenere le condizioni che hanno stabilito per lo scambio di prigionieri, perché le famiglie e i prigionieri sanno che l'unico strumento per la loro liberazione viene dalla resistenza.

Mohammad Khalidi, un lavoratore palestinese disoccupato, ha parlato indossando la sua uniforme da lavoro, denunciando povertà e disoccupazione causate dall'assedio e dall'occupazione. Egli ha detto : "Siamo qui per affermare la nostra fermezza come lavoratori contro la macchina da guerra sionista, l'assedio ingiusto, e la disoccupazione mortale".

La celebrazione, presieduta dal compagno Hani Al-Thawabteh, membro del Comitato Centrale del ramo di Gaza, e la compagna Shireen Abu-Oun, ha previsto anche momenti di poesia, presentazioni artistiche e dozzine di messaggi di congratulazioni dalla leadership del Fronte all'estero, Hilda Habash, la moglie del fondatore, dottor George Habash, e il segretario generale del Fronte, il compagno prigioniero leder Ahmad Sa'adat.

lunedì 14 dicembre 2009

video BDS a Bologna

video campagna BDS a Bologna
palestina libera!

http://www.youtube.com/watch?v=Bt2nPOb1gMY&feature=player_embedded

giovedì 10 dicembre 2009

Boicottiamo i progetti tra le università israeliane

Comunicato Stampa
10 dicembre Bologna

Boicottiamo i progetti tra le università israeliane e quelle italiane

Ad un anno dai bombardamenti israeliani sulla strisci di Gaza e a pochi mesi dalla condanna che lo stato di Israele ha ricevuto dalla comunità internazionale per crimini contro l’umanità aumentano le collaborazioni tra le università italiane e le imprese ed enti di ricerca israeliani.
Oggi un gruppo di attivisti ha simbolicamente occupato il Dipartimento di Elettronica, Informatica e Sistematica per denunciare il progetto EUWB. Le onde a banda ultra larga – UWB servono per trasmettere e ricevere segnali a enormi velocità, a bassa potenza. Lo studio e l’applicazione di tecnologie a banda larga, nasce principalmente per uso militare: consiste infatti nella possibilità di creare fotografie tridimensionali per rivelare oggetti posti sotto terra o attraverso i muri, localizzare oggetti o persone con bassissimo margine di errore. L'Università di Bologna, attraverso il Dipartimento di Elettronica, Informatica e Sistematica partecipa a un progetto internazionale di ricerca sulle onde UWB, al progetto EUWB (Coexisting Short Range Radio by Advanced Ultra-Wideband Radio Technology), partecipano diverse Università Europee e aziende, fra cui anche un'azienda israeliana, la Wisair Ltd. Per il progetto sono già stati stanziati più di 13 milioni di euro, per un totale, nel 2011, di 20 milioni di euro.
Questa iniziativa si inserisce dentro la campagna internazionale promossa dai comitati di solidarietà con la Palestina denominata BDS, Boicottaggio, Disivestimento, Sanzioni contro lo Stato di Israele.
Nelle prossime settimane saranno organizzate altre iniziative tese a smascherare i rapporti di collaborazione tra le università e centri di ricerca israeliani con quelli italiani.

Chiediamo che i prodotti delle aziende con partecipazione israeliana vengano ritirati da tutti gli uffici pubblici, dalle scuole e dalle università, come i prodotti di marca Lavazza.

Con la Palestina nel cuore

Studenti universitari-POLITECNICO09-Bo
Comitato Palestina Bologna


http://www.politecnico09.splinder.com/
politecnico09@yahoo.it

http://comitatopalestinabologna.blogspot.com/

giovedì 3 dicembre 2009

report forum palestina

Report del convegno sul sionismo

Il convegno del 28 e 29 novembre sul sionismo, ha segnato indubbiamente un passo in avanti nel dibattito e nell’analisi di un progetto coloniale che – come indicato nel titolo dell’iniziativa – rappresenta un ostacolo per una pace in Medio Oriente fondata sulla giustizia.

La quantità e qualità sia dei partecipanti che della discussione sul sionismo – che pure ha evidenziato punti di vista diversi – ha fatto sì che un tabù pervicace nel dibattito della sinistra e dei movimenti sulla questione palestinese venisse finalmente rotto e ricondotto nei termini corretti dell’analisi e della lotta politica.

La scommessa non era affatto facile e non solo per i tentativi di criminalizzazione e strumentalizzazione da parte dei sostenitori del progetto della Grande Israele ma anche perché in tutti questi anni ha prevalso – a sinistra – una sorta di autocensura nella discussione sulla natura e il progetto del sionismo che si è resa via via complice dell’equidistanza tra gli occupanti e gli occupati in Palestina.

Nella giornata di sabato, aperta da un ricordo di Gustavo Pasquali del combattente del Ghetto di Varsavia e militante antisionista Marek Edellman morto il 2 ottobre, ci sono state le relazioni e gli interventi di Mila Pernice, Kutaiba Yunis, Myriam Marino, Jeff Halper, Cinzia Nachira, Stefania Limiti, Vera Pegna. Nel pomeriggio sono intervenuti Wasim Dahmash, Giorgio Forti, Paola Canarutto, Michele Giorgio, Bassam Saleh, Alfredo Tradardi, Sergio Cararo, Fawzi Ismail, un compagno del collettivo autorganizzato universitario di Napoli. La domenica mattina sono intervenuti Shoukri Hroub che ha ricordato il compagno palestinese Khaled Hussein morto recentemente nelle carceri italiane, Diana Carminati, Silvano Falessi, Nicholas Shashani, Martina Pignatti, Stefania Costantini, un compagno palestinese di Gaza, Franco Grisolia, Germano Monti. Le conclusioni sono state tirate da Marco Benevento.

Per diversi motivi non hanno potuto partecipare alcuni relatori come Giorgio Frankel, Domenico Losurdo, Michelle Warshawski, Samir Al Qariouti. Altri due relatori, Mohammed Mohareb e Maurizio Musolino sono stati colpiti da un grave e improvviso lutto ed a loro in apertura è andato il saluto solidale del Forum Palestina a nome di tutto il convegno. I relatori assenti hanno comunque assicurato che invieranno il loro contributo scritto per la pubblicazione degli atti.

Le relazioni e gli interventi si sono integrati tra loro con molto equilibrio creando effettivamente le condizioni per un possibile intellettuale collettivo con le coordinate e la qualità per affrontare tutte le questioni – anche le più controverse – che la situazione mediorientale pone all’agenda politica nel nostro paese e a livello internazionale. Qualcuno ha osservato che la presenza di molti relatori e di molti interventi delle varie reti e associazioni ha sacrificato lo spazio per le domande agli ospiti.

In parte è vero ma in parte riteniamo che le dieci domande iniziali del convegno stesso potessero essere sufficienti ad aprire la discussione e che in qualche modo occorra anche cominciare ad evitare la “personalizzazione” degli eventi dando invece a tutti i relatori la stessa importanza.

Non possiamo negare che la discussione abbia avuto il suo punto di massima divergenza sulla valutazione del sionismo come progetto coloniale. Su questo come è noto ci sono analisi molto diverse anche nel campo di chi solidarizza con la lotta del popolo palestinese contro l’occupazione israeliana. L’idea del sionismo come esigenza di identità e autodeterminazione delle comunità ebraiche perseguitate in Europa (soprattutto in quella centro-orientale), a nostro avviso confligge apertamente con il progetto sionista che – seppur diventato reale solo con la nascita dello Stato di Israele e la Nakba palestinese – aveva nel suo progetto originario molti degli elementi del colonialismo europeo e dell’eurocentrismo. Possiamo dire che questo tema sarà sicuramente uno di quelli da sviluppare e approfondire nel prossimo convegno sul sionismo previsto per maggio 2010.

In tal senso la pubblicazione degli atti del convegno (che già annunciano un ponderoso ed interessantissimo volume) e la campagna di presentazione e dibattiti sulla pubblicazione in tutte le città dove sarà possibile realizzare incontri, servirà a portare il dibattito, l’analisi e la denuncia del sionismo dal campo della storia a quello della politica e dell’informazione.

I tentativi di criminalizzazione dell’antisionismo equiparandolo all’antiebraismo avranno adesso di fronte un ostacolo non irrilevante.

Dai due giorni di convegno è emersa una qualità politica nuova e interessante che si rivelerà utile a tutte le forze che si battono per una pace giusta in Palestina.

I prossimi impegni

In conclusione ringraziando tutte e tutti coloro che hanno contribuito o partecipato attivamente alla riuscita del convegno, vogliamo anche rammentare alcuni appuntamenti del nostro lavoro di solidarietà e informazione sulla lotta del popolo palestinese.

Innanzitutto la delegazione di massa che si recherà a Gaza per la “Gaza Freedom March” il prossimo 27 dicembre con l’obiettivo – come dice la convocazione – non solo di limitare la brutalità israeliana ma di contribuire a fermarla”. Sarà bene che tutte le città dove è attiva la nostra rete attivino un meccanismo di monitoraggio e di tempestività di iniziativa qualora la marcia dovesse incontrare problemi. A Roma ad esempio, è già prevista una iniziativa per il 10 dicembre che vedrà la lettura in piazza del Rapporto Goldstone. Altre iniziative sono previste a Napoli e Bologna nei prossimi giorni di dicembre.

In secondo luogo la prosecuzione della campagna BDS che rimane uno strumento efficace di pressione sulle autorità israeliane e di sostegno concreto alla resistenza del popolo palestinese. Vi ricordiamo a tale proposito che è stato attivato l’apposito sito www.boicottaisraele.it



Un augurio di buon lavoro



Il Forum Palestina
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