“Abbiamo un paese che è di parole. E tu parla, che io possa fondare la mia strada pietra su pietra.
Abbiamo un paese che è di parole, e tu parla, così che si conosca dove abbia termine il viaggio.”

Mahmud Darwish

giovedì 29 aprile 2010

L’ALLEGRO REVISIONISMO DELL’ANPI

di Germano Monti*

Il comportamento dei vertici dell’ANPI nelle manifestazioni per il 25 aprile e nei giorni successivi è inaccettabile per ogni democratico e ogni antifascista, nonché per ogni persona che non consideri la Storia come uno strumento da piegare alle esigenze della contingenza politica, fino al punto di stravolgere la realtà.
Non solo si è deciso di far partecipare alla manifestazione romana la neopresidente di destra della Regione Lazio, Renata Polverini, e il podestà di Roma, Gianni Alemanno (che, per fortuna, ha disertato l’appuntamento), ma si è aperto il palco alla presenza di altri personaggi improbabili, come la colona e ultrà sionista Fiamma Nirenstein, Vicepresidente PdL della Commissione Esteri della Camera, ed i likudniks dell’Associazione Amici di Israele.

Nel clima di allegro revisionismo storico incoraggiato dall’ANPI, non ci si può poi stupire se la colona si esibisce con dichiarazioni come quella che segue: "Esprimo tutta la mia solidarietà alla Presidente della Regione Lazio Renata Polverini che è stata contesta con fischi e lancio di uova oggi al corteo a Porta San Paolo per l'anniversario della Liberazione. Plaudo inoltre al Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti per essersi rifiutato di prendere la parola perché ciò era stato negato alla Polverini. Voglio anche ringraziare il presidente nazionale dell'Anpi, Massimo Rendina e Ernesto Nassi, segretario provinciale dell'Anpi Roma, per aver ribadito la necessità di ricorrere all'unità e al rispetto nelle celebrazioni per la Liberazione e per aver ricordato il contributo della Brigata Ebraica alla liberazione dell'Italia dal nazifascismo. La Brigata, infatti, è stata a sua volta contestata con attacchi al corteo che ne sventolava lo stemma insieme a bandiere d'Israele, nonché ad Alberto Tancredi, presidente dell'Associazione romana Amici d'Israele, salito sul palco per prendere la parola. E' del tutto sconcertante assistere ad atteggiamenti di tale aggressività da parte di gente che ancora osa sventolare bandiere con falce e martello e soprattutto bandiere palestinesi nel giorno della Liberazione, quando si sa che il Gran Mufti di Gerusalemme, Haj Amin al-Husseini, passava in rivista le truppe naziste insieme al suo alleato Hitler". Da notare anche che la dichiarazione della colona è titolata sul sito sionista “Informazione Corretta” con un sobrio «Il 25 aprile dei nazicomunisti».

Il sostegno delle cancellerie di Roma e Berlino agli anticolonialisti arabi negli anni 30 e 40, in funzione anti-inglese, è un fatto storico (così come, per lo stesso motivo, lo sono i buoni rapporti intercorsi, nello stesso periodo, fra Gandhi e il fascismo); tuttavia, bisognerebbe anche ricordare che – solo per fare qualche esempio – i terroristi ebrei dell’Irgun ricevettero l’esplosivo con cui distrussero l’ambasciata inglese a Roma dal gerarca repubblichino Pino Romualdi e l’allestimento della marina da guerra israeliana venne curato anche da diversi ex marò della famigerata X MAS di Junio Valerio Borghese, arruolati da Tel Aviv. E la storia di Israele è ricchissima di collaborazioni con i regimi fascisti e torturatori dell’America Latina.

Ci si aspetterebbe dai vertici – nazionali e locali – dell’ANPI una qualche replica alle farneticazioni della colona, magari per farle notare (a proposito di unità e rispetto) che quelle bandiere con falce e martello che tanto disturbano lei e il Presidente della comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, sono le stesse impugnate da decine di migliaia di combattenti della nostra Resistenza al nazifascismo e – se proprio vogliamo dirla tutta – è la stessa bandiera che, partita da Stalingrado, è arrivata a sventolare sulle rovine del Reichstag di Berlino, dopo aver accompagnato i soldati dell’Armata Rossa nella liberazione dei prigionieri nei lager dell’Europa orientale, da Auschwitz a Mathausen e Treblinka.

A questo mondo, ognuno deve fare il suo mestiere. I vari Nirenstein, Pacifici e Tancredi fanno i propagandisti dello Stato di Israele, del sionismo e dei neocons: è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo. I democratici e gli antifascisti rivendicano la memoria dei combattenti per la libertà di ieri e sostengono quelli di oggi, compresi i Palestinesi vittime dell’occupazione e della pulizia etnica dello Stato sionista. Alla luce degli avvenimenti dell’ultimo 25 aprile, quel che non si capisce è quale sia il mestiere dei dirigenti dell’ANPI.

* Forum Palestina

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