“Abbiamo un paese che è di parole. E tu parla, che io possa fondare la mia strada pietra su pietra.
Abbiamo un paese che è di parole, e tu parla, così che si conosca dove abbia termine il viaggio.”

Mahmud Darwish

domenica 26 settembre 2010

"I palestinesi partecipano ai negoziati sotto pressione"

Una intervista del quotidiano basco "Gara" a Meir Hirsh *

di Alberto PRADILLA
Al rabbino Meir Hirsh nessuno può dire che è un «ebreo che odia se stesso», come l’establishment israeliana è solita bollare chi si oppone all’occupazione della Palestina. Nato a Brooklyn ma emigrato a Gerusalemme all’età di un anno, Hirsh è un rabbino ortodosso che si definisce rappresentante del «vero giudaismo». Per lui, un ebreo è «chi segue i dettami della Torah che ci furono tramandati nel Sinai 3.000 anni fa». Tutto ciò che esula da questo, ne è fuori.



Vestito completamente di nero, barba grigia e una spilla con la bandiera palestinese sul bavero, risiede a Mea Shearim, un quartiere sporco e impoverito che somiglia ai ghetti ebraici delle capitali europee del XIX secolo. Paradossalmente, le sue strade, tappezzate di messaggi rabbinici, si sono trasformate in uno dei feudi del fondamentalismo ebraico ma, anche, dell’opposizione allo Stato.

La sua posizione a favore di uno Stato unico palestinese in cui possano convivere tutte le comunità è problematica per l’elite politica israeliana, che difende lo Stato ebraico come unico baluardo possibile contro l’antisemitismo. Meir Hirsh si mostra scettico di fronte all’inizio dei colloqui diretti tra Benjamin Netanyahu e Mahmud Abbas, che oggi torneranno a riunirsi a Sharm el-Sheij (Egitto), dove si scontreranno con il primo grande ostacolo, la persistenza o meno dell’espansione delle colonie ebraiche in Cisgiordania.

Cos’è Naturei Karta?

Naturei Karta significa “i guardiani della città” in aramaico. Noi difendiamo la città, non con le armi, sia chiaro, ma contro il sionismo, perché non si infiltri nel giudaismo. Non è un movimento con iscritti, ma ideologico, e in esso sono compresi tutti quelli che si oppongono al sionismo. Persino in partiti come Agudat Israel (estrema destra religiosa israeliana) ci sono antisionisti, perché hanno iscritti che non hanno fatto il servizio militare, che si rifiutano di entrare nell’esercito.

Si tratta di un’opposizione al sionismo o ha anche caratteristiche proprie nel modo di intendere la religione?

Dal 1922, la comunità ultraortodossa di Gerusalemme, diretta dal rabbino Yosef Sonnenfeld, si è opposta alla dichiarazione Balfour. Nel 1924, è arrivato nel paese Jakob De Haan, un ebreo non religioso che si è riappropriato del proprio giudaismo e, dopo essere entrato in contatto con il rabbino Sonnenfeld, è diventato un attivista contro il sionismo. Ha ottenuto di incontrare la direzione politica britannica ed è quasi riuscito a far sì che la Gran Bretagna cancellasse la dichiarazione. In quel momento, i sionisti si sono resi conto della sua influenza e hanno deciso di ucciderlo. Dopo il suo assassinio a Gerusalemme è stata fondata la Società per la Vita, che seguiva le sue orme contro il sionismo e che, nel 1935, si è trasformata in Naturei Karta. Da allora mantiene viva la lotta contro il sionismo.

Cosa significa il sionismo per voi?

Il suo obiettivo è trasformare il popolo ebraico da popolo che vive conformemente ai dettami del Signore e della Bibbia a un popolo come tutti gli altri.

I sionisti dicono che fondare lo Stato di Israele era il modo per salvare il popolo ebraico.

Il sionismo è la negazione del popolo ebraico. Hanno creato un popolo sulla base di Esercito, lingua e territorio. Non hanno il diritto di parlare in nome degli ebrei. Non appartengono neanche al giudaismo, che è formato da chi ha fede nella religione giudaica. I sionisti hanno cancellato le radici del giudaismo, quindi non si può dire che siano giudei.

Però i promotori dello Stato di Israele l’hanno fondato sulla base di impostazioni religiose.

Lo hanno fatto solo per dare una parvenza ebraica allo Stato sionista, ma niente di più.

Non si può dimenticare che esistono molte altre correnti del giudaismo che appoggiano Israele.

I rabbini collaborazionisti fanno parte dello Stato sionista. Ottant’anni fa, quando è stato fondato il rabbinato sionista, a Gerusalemme è stata dichiarata una giornata di digiuno ed è stato ordinato di non seguire nessun tipo di insegnamento religioso che venisse da loro. Niente di ciò che dicono ha valore teologico. Non intratteniamo nessun rapporto con loro né con lo Stato sionista. Il sionismo è una forza di occupazione, che ha occupato noi, il popolo palestinese. Siamo i suoi ostaggi.

La sua posizione contraria al sionismo si basa unicamente su impostazioni teologiche o tiene anche conto dei diritti umani?

Noi ebrei condanniamo le uccisioni e il massacro sionista contro il popolo palestinese che, di per sé, va contro la Bibbia. Siamo contro le uccisioni che sono commesse da 62 anni contro il popolo palestinese.

Ma vivete in Israele. Come si può vivere in uno Stato che non si riconosce?

Non abbiamo nessun tipo di rapporto. Non votiamo nel suo Parlamento, non riceviamo il suo denaro. Semplicemente viviamo nei nostri ghetti, grazie a contributi che arrivano dagli Stati Uniti e dall’Europa, aspettando il giorno in cui il sionismo sparirà dalla mappa.

Crede possibile che succeda un giorno? Ha il sostegno delle grandi potenze e agisce con impunità...

È normale che questo non si possa vedere con i propri occhi. Noi crediamo in ciò che dice il profeta Hass, cioè che Dio distruggerà il regno del peccato. E non c’è regno più peccatore dello Stato sionista. Non siamo profeti, ma crediamo che le sue parole si compiranno e che lo Stato sarà distrutto. Non sappiamo come avverrà. Non cerchiamo di sapere ciò che pensa Dio né di capirlo.

Come contribuisce Naturei Karta alla opposizione allo Stato?

Non abbiamo nessun Esercito per opporci allo Stato sionista, ma crediamo che Dio onnipotente lo possa fare meglio di qualsiasi uomo. Aspettiamo il momento in cui lo Stato sionista cadrà e in cui i giudei e gli arabi potranno vivere in pace in uno Stato palestinese.

Lo Stato come crede che riceva le vostre opinioni?

Ai sionisti non piace per nulla il nostro messaggio, ma non ci importa. Siamo qui da prima del sionismo e speriamo di restare quando i sionisti se ne andranno.

Se lo stato di Israele sparisce, quale formula proponete per organizzare il territorio?

I palestinesi sono gli unici detentori legittimi di questa terra e questa deve tornare ad essere completamente sotto il loro controllo.

Che rapporto ha con i palestinesi?

Abbiamo rapporti molto buoni con Al-Fatah e con Hamas, anche se non siamo un movimento politico e non entriamo nella politica palestinese.

Il suo movimento è stato rappresentato da un ministro nell’Autorità palestinese quando la guidava Yasser Arafat.

Mio padre è stato ministro degli Affari Ebraici nell’Autorità palestinese ed io, informalmente, continuo a occuparmi di questo tema.

Che opinione dà sui colloqui diretti che sono ripresi il 2 settembre?

Siamo totalmente contrari a questi negoziati, perché crediamo che non si potrà ottenere nulla, giacché i palestinesi vi partecipano sotto pressione. Questa terra è del popolo palestinese, quindi rifiutiamo l’idea di due stati. Noi sosteniamo un unico Stato palestinese, dove possano convivere i due popoli. Chi desidera vivere qui è il benvenuto, e chi non vuole può tornare da dove è venuto. Loro (i palestinesi) dicono ciò che dicono perché sono sottoposti alla pressione internazionale. Ma questo non significa che il conflitto in futuro cesserà.

L’élite israeliana bolla i suoi oppositori con la frase «ebreo che odia se stesso». È difficile imputarla a lei.

Non si può parlare così. Loro usano questi termini ma Naturei Karta rappresenta il vero giudaismo contro ciò che significa il sionismo, che nega le proprie radici ebraiche.

Israele si autodefinisce «Stato ebraico», ma lei rifiuta questa definizione. Cos’è per lei essere ebreo?

Essere ebreo è essere fedele alla Torah che riceviamo nel Sinai 3.000 anni fa. Quando qualcuno non lo è o nega la propria fedeltà alla Torah, si dissocia da solo dal popolo ebraico. Per i sionisti, avere il cartellino blu (carta d’identità israeliana) è ciò che ti rende giudeo. Questo smentisce la Bibbia che ci ha dato il Signore.

Però figure come Theodor Herzl o David Ben Gurion, storici capi sionisti, si definivano ebrei laici.

Non esiste una cosa simile. O si è ebrei o si è laici. Ben Gurion si è ribellato contro il popolo del Signore, non appartiene alla categoria del popolo ebraico.

Crede che la visione degli ebrei nel mondo sia peggiorata negli ultimi anni per le azioni commesse da Israele?

Finora, una parte del mondo pensava che i sionisti rappresentassero il popolo ebraico. Ma questo sta cambiando. Persino rappresentanti del Dipartimento di Stato USA cominciano a riconoscere che è assurdo che i sionisti rappresentino gli ebrei.

I capi israeliani parlano sempre del rischio di un nuovo Olocausto.

Il sionismo usa l’Olocausto in maniera cinica per raggiungere i propri obiettivi. Persino Eichmann è venuto nel 1934 per incontrare la direzione sionista e pianificare la soluzione finale, in modo da mandare qui i giovani forti e che il resto fosse assassinato.
«È stato il sionismo che ha creato questa ondata antiebraica»
Dopo il massacro dell’Esercito israeliano a Gaza, i membri di Naturei Karta hanno visitato la Frangia per mostrare la propria solidarietà ai suoi abitanti.

Cerchiamo di spiegare che il sionismo non rappresenta il popolo ebraico e per questo siamo andati in diversi posti.

Cosa hanno visto in questa visita?

Siamo stati a Gaza con gli aiuti umanitari e abbiamo anche cercato di fare parte della Flotiglia della Libertà, anche se alla fine non siamo riusciti a salire a bordo. Facciamo parte della lotta contro il blocco sionista a Gaza.

Oltre a Gaza, avete visitato altri paesi arabi, come Libano, dove vi siete incontrati con membri di Hizbulah. Che accoglienza ricevete nei paesi arabi che avete visitato?

Abbiamo ricevuto sostegno e rispetto. Ad esempio, a Gaza ci hanno detto che loro non hanno nessun problema con gli ebrei, solo con i sionisti e con l’occupazione. Prima del sionismo, ebrei e non ebrei vivevano qui in fraternità. Erano vicini, avevano scambi commerciali... è stato il sionismo con i suoi crimini che ha prodotto questa ondata antiebraica nel mondo mussulmano. I sionisti sono arrivati a mettere bombe nelle sinagoghe perché i giudei pensassero di essere perseguitati! Questo dimostra che è stato il sionismo che ha inventato l’antisemitismo.

Questa visione si scontra con l’immagine che si propina alla comunità internazionale, ovvero che gli ebrei sono minacciati dal mondo arabo.

L’antisemitismo è un prodotto di Israele. L’hanno provocato loro. Ed è usato dai sionisti per punire coloro che si oppongono allo Stato.

Non si può negare che i giudei abbiano subito persecuzioni per tutta la loro storia.

Questo è stato fatto da cristiani, non da mussulmani, che hanno protetto gli ebrei persino durante l’Olocausto. Ora si parla tanto di Ahmaninejad, ma gli ebrei, in Iran, hanno parità di diritti. E possono persino comprare vino, che è proibito dalla legge islamica, perché sanno che noi ebrei abbiamo bisogno di vino per celebrare lo shabat.

Lei ha sentito antisemitismo in qualcuno dei suoi viaggi?

No.

* Rappresentante di Naturei Karta in Palestina. Naturei Karta è un movimento ebraico presente a Gerusalemme da prima della creazione dello stato di Israele. Fondato nel 1935 da rabbini ultraortodossi, si oppone all’idea del sionismo, accusato di «non rappresentare il popolo ebraico», per aver definito uno Stato ebraico. Suo padre, Moshe Hirsh, è stato ministro di Affari Ebraici nell’Autorità palestinese di Yasser Arafat e oggi lui stesso consigliare Mahmud Abbas sulla stessa questione.

da: http://www.gara.net/paperezkoa/20100914/220451/es/Los-palestinos-han-entrado--negociaciones-bajo-presion

da Forum Palestina del 15 settembre 2010

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