“Abbiamo un paese che è di parole. E tu parla, che io possa fondare la mia strada pietra su pietra.
Abbiamo un paese che è di parole, e tu parla, così che si conosca dove abbia termine il viaggio.”

Mahmud Darwish

domenica 20 febbraio 2011

Con il veto sulla risoluzione contro gli insediamenti Obama si è unito al Likud

di Gideon Levy *

La scelta dell’America di porre il veto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza contro la costruzione di colonie in Cisgiordania avviene in un momento in cui nel Medio Oriente stanno soffiando venti di cambiamento. L’America aveva lanciato una promessa di rinnovamento, invece ha continuato con il suo cieco sostegno alla costruzione di colonie israeliane. Questa non è un’America che sarà capace di modificare la sua reputazione tra i popoli della regione.

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[Noi israeliani] dobbiamo aprire gli occhi e capire che se nessun Paese, eccetto un'America sempre più debole, è pronto a soddisfare i nostri capricci, allora c’è qualcosa di fondamentalmente sbagliato.
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Israele che, pur condannato dal mondo intero, va avanti allegramente a modo suo, e’ un Paese che sta perdendo il contatto con la realta’. E’ un Paese che alla fine si ritrovera’ interamente abbandonato al proprio destino. Ecco perché la decisione dell’America ha danneggiato gli interessi israeliani: essa ha continuato ad accecare e a cristallizzare Israele nel suo convincimento che puo’ andare avanti cosi per sempre.
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Obama o George W. Bush, non c’è differenza. Quando l’Ambasciatore americano Susan Rice ha detto che la bozza di risoluzione rischiava di irrigidire le posizioni di entrambe le parti e incoraggiarle a ritirarsi dai negoziati, non diceva il vero. Lei sa benissimo che ciò che impedisce i negoziati e irrigidisce le posizioni è la continua costruzione di colonie.
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Se gli USA fossero stati una superpotenza responsabile, venerdì avrebbero votato a favore della risoluzione per svegliare Israele dal suo pericoloso sonno.

*da Ha'aretz del 20 febbraio 2011

traduzione di Angelo Stefanini

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