“Abbiamo un paese che è di parole. E tu parla, che io possa fondare la mia strada pietra su pietra.
Abbiamo un paese che è di parole, e tu parla, così che si conosca dove abbia termine il viaggio.”

Mahmud Darwish

sabato 17 maggio 2008



Dal Sudafrica un aperto diniego all'invito di Israele di celebrare i 60 anni di "indipendenza"

L'8 maggio 2008, l'ambasciata di Israele in Sud Africa celebrerà 60 anni di "indipendenza". Il Segretario Generale (del Partito Comunista Sudafricano - SACP, ndt) Blade Nzimande è stato invitato. All'ambasciatore israeliano, evidentemente, non deve essere noto il nostro punto di vista riguardo il significato di queste celebrazioni, da cui discende un'occupazione criminale che genera enormi sofferenze per i palestinesi. A titolo di promemoria ecco cosa abbiamo sostenuto a riguardo in innumerevoli occasioni, anche in una lettera aperta a Sua Eccellenza l'Ambasciatore Ilan Baruch.
1. Israele continua a praticare l'apartheid, persegue politiche razziste, oppressive e di genocidio nei confronti dei palestinesi in spregio delle risoluzioni delle Nazioni Unite e del diritto internazionale che chiedono di cessare l'occupazione e il ritiro da tutti i territori per consentire la coesistenza pacifica dei popoli israeliano e palestinese.
2. Contrariamente alle affermazioni su pace, prosperità e sicurezza con i palestinesi e gli Stati arabi vicini, Israele si comporta da gendarme del Medio Oriente, ai cui fini si sono uniformati i maggiori circoli imperialisti del mondo con il fine di portare più guerre, militarismo, violenza, tortura e repressione anti-democratica: tutte azioni queste autorizzate e sostenute dai maestri dell'imperialismo, gli Stati Uniti.
3. Le celebrazioni per la cosiddetta Indipendenza costituiscono un atto di accusa a Israele per i gravi danni sociali, politici e le conseguenze umanitarie dell'occupazione.
4. Gli israeliani sono colpevoli della spogliazione di un popolo, praticata attraverso atti criminali, l'omicidio, la tortura, l'esilio di milioni di profughi palestinesi, l'espansione degli insediamenti e la creazione di campi di prigionia per palestinesi. I
Il SACP sostiene il diritto dei palestinesi all'autodeterminazione e alla creazione di uno Stato indipendente e sovrano entro i confini del 1967 con Gerusalemme capitale, oltre al diritto di rientro dei profughi palestinesi. Brindare con l'occupante sionista equivale a tradire il popolo palestinese e la sua giusta aspettativa di vivere una vita dignitosa in condizioni di totale decolonizzazione e libertà. Perciò decliniamo apertamente questo invito e desideriamo ribadire la nostra piena solidarietà e il nostro sostegno al popolo palestinese all'autodeterminazione e a vivere in uno Stato indipendente e sovrano. Lavoreremo in piena armonia con gli israeliani e la comunità ebraica sudafricana e gli obiettori di coscienza in Israele che intendano con noi coordinare azioni di solidarietà per i palestinesi e per sconfiggere l'ideologia di apartheid razzista del sionismo.
Per i palestinesi è giunta l'ora della libertà!
Traduzione dall'inglese per http://www.resistenze.org/ a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

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