“Abbiamo un paese che è di parole. E tu parla, che io possa fondare la mia strada pietra su pietra.
Abbiamo un paese che è di parole, e tu parla, così che si conosca dove abbia termine il viaggio.”

Mahmud Darwish

sabato 17 maggio 2008


Questo è il volantino scritto in italiano e in inglese che è stato distribuito durante il blitz sulla piazza del Campidoglio a Roma che ha visto comparire una grande bandiera palestinese lì dove una settimana fa era stata issata e festeggiata la bandiera israeliana.

15 maggio 1948-15 maggio 2008

NAKBA
Imparate questa parola. Per i palestinesi significa “Catastrofe”
Sessanta anni fa le truppe e i coloni israeliani occupavano gran parte dei territori che l’ONU aveva assegnato ai palestinesi per edificarvi il loro stato. Centinaia di villaggi palestinesi venivano distrutti, centinaia furono i morti e i feriti, 750.000 palestinesi venivano espulsi rifugiandosi nei campi profughi in Libano, Giordania, Siria, Iraq, Cisgiordania, Gaza. La pulizia etnica cacciò via i palestinesi, gli confiscò case, terre, fonti d’acqua, lasciandoli come profughi, confinando non erano stati cacciati in zone sottoposte a controllo militare israeliano o all’interno dello stesso stato di Israele ma come cittadini di serie B. Dopo sessanta anni il popolo palestinese aspetta ancora verità, giustizia e rispetto per i propri diritti. E’ tempo che la comunità internazionale li riconosca e pretenda da Israele il rispetto della legalità indicata da decine di Risoluzioni dell’ONU e dal diritto internazionale. Oggi in molte città italiane, in Palestina e in molti paesi del Medio Oriente si stanno tenendo manifestazioni simili a questa che stiamo realizzando qui a Roma.
Senza giustizia non ci sarà mai pace in Palestina, in Israele e in tutto il Medio Oriente

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