“Abbiamo un paese che è di parole. E tu parla, che io possa fondare la mia strada pietra su pietra.
Abbiamo un paese che è di parole, e tu parla, così che si conosca dove abbia termine il viaggio.”

Mahmud Darwish

mercoledì 8 ottobre 2008

L’Italia sapeva chi erano i killer di Wael Zwaiter e non li ha arrestati

Le rivelazioni di Cossiga richiedono che si riaprano tutte le inchieste sugli assassini di quattro dirigenti palestinesi a Roma

Wael Zwaiter nel 1972, Majed Abu Sharar nel 1981, Kamal Hussein e Nazih Matar nel 1982, sono questi i nomi e le date degli omicidi di quattro dirigenti palestinesi avvenuti a Roma nel giro di dieci anni ed effettuati con armi da fuoco ed esplosivi dai servizi segreti israeliani. Su questi delitti il depistaggio e l’insabbiamento degli inquirenti e dei mass media italiani sono stati totali.
Sul primo caso, quello dell’intellettuale palestinese Wael Zwaiter troviamo conferma nelle parole dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, di come le autorità italiane sapevano chi fossero gli assassini ma non procedettero ad alcun arresto.

In una intervista rilasciata al quotidiano israeliano Yediot Aronoth, pubblicato il 5 ottobre scorso, Francesco Cossiga ammette testualmente:"L'azione del Mossad contro gli assassini degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco nel 1972 è passata anche per Roma", dice. Come noto, Adel Wahid Zuaitar, il simbolo della furbizia dell'organizzazione del Settembre Nero, fu ucciso a Roma. "Crede che l'Italia non potesse, a suo tempo, arrestare i due agenti che lo fecero fuori? Un giorno, mentre rientrava in casa, due giovani lo picchiarono all'ingresso e lo fecero fuori con due pistole munite di silenziatore. Crede che gli italiani non sapessero chi fossero? È ovvio che lo sapevano, ma in questioni del genere è meglio non mettere le mani, ed è questa la linea che guidava il comportamento dell'Italia".

La stessa logica del “non mettere le mani” nelle incursioni del Mossad in Italia da parte delle autorità italiane, è stata poi applicata nel caso dell’esplosione dell’aereo militare Argo 16 nel 1973 sul cielo di Marghera (quattro morti), negli altri tre omicidi dei dirigenti palestinesi tra l’81 e l’82 e nel sequestro a Roma dello scienziato pacifista israeliano Mordecai Vanunu.

I giornalisti, i commentatori e gli psico-storici, che il prof. D’Orsi definirebbe giustamente “rovescisti”, invece di invocare una inchiesta completa sulle complicità dei governi italiani con il terrorismo di stato israeliano sul nostro territorio, alimentano lo scandalo e la ricerca della verità in modo del tutto unilaterale e cioè sugli accordi tra una parte dei servizi segreti e della politica italiana con le organizzazioni palestinesi tesi ad impedire che le strade e le città del nostro paese diventassero il campo di battaglia tra il Mossad israeliano e l’OLP.

E’ giunto il tempo di invocare la desecretazione degli atti sugli omicidi dei dirigenti palestinesi a Roma, sull’abbattimento dell’Argo 16 e sul sequestro di Modercai Vanunu, di aprire finalmente una seria inchiesta che non consenta – come al solito – di far passare i colpevoli per anime belle e di non ipotecare la verità storica alle distillate, velenose e unilaterali rivelazioni di Francesco Cossiga.

Verità e giustizia per Wael Zwaiter, Majed Abu Sharar, Kamal Hussein e Nazih Matar. E’ ora, è giusto.

da Forum Palestina www.forumpalestina.org

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