“Abbiamo un paese che è di parole. E tu parla, che io possa fondare la mia strada pietra su pietra.
Abbiamo un paese che è di parole, e tu parla, così che si conosca dove abbia termine il viaggio.”

Mahmud Darwish

domenica 2 maggio 2010

Organizzazioni studentesche palestinesi si preparano a rafforzare la campagna internazionale di boicottaggio di Israele

Numerosi gruppi studenteschi e giovanili palestinesi dei territori della West Bank e di Gaza hanno firmato un memorandum avviando così una consistente campagna di boicottaggio dei prodotti e programmi israeliani.
Nel documento si richiede un blocco per tutte quelle attività che potrebbero normalizzare i rapporti tra Palestina e Israele. “La normalizzazione in termini economici, politici, culturali e istituzionali legittima l’oppressione israeliana del popolo palestinese facendo passare per normali il rapporto che intercorre tra l’oppressore e l’oppresso. Invece questo rapporto è ben lontano dall’essere alla pari in quanto Israele continua a violare i nostri diritti inalienabili, a rubare la nostra terra e a privare i rifugiati del diritto di tornare alle loro case contravvenendo a quando stabilito dalla legge internazionale e da numerose risoluzioni delle Nazioni Unite”, così si legge nella dichiarazione dei gruppi studenteschi.

Nel memorandum si definiscono poi i provvedimenti che gli studenti intendono prendere sia prima che durante il 15 maggio, giorno in cui i Palestinesi commemorano l’espulsione del 1948 quando centinaia di migliaia di loro furono costretti ad abbandonare le proprie abitazioni, evento che portò alla dichiarazione d’"indipendenza israeliana". Anziché elencare i vari boicottaggi, gli studenti hanno sostenuto “il diritto del popolo palestinese a resistere all’oppressione israeliana attraverso tutte quelle forme di resistenza permesse dalla legge internazionale, incluse le forme di resistenza civile come manifestazioni, sit-in e boicottaggi ai danni di Israele”. Gli studenti hanno dichiarato di voler aderire alla” Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele” (PACBI) e al “Boicottaggio, ritiro degli investimenti e sanzioni” (BDS); inoltre hanno sostenuto che rifiuteranno di partecipare a “qualsiasi incontro israelo-palestinese che non riconosca i nostri diritti inalienabili e che esplicitamente miria opporsi all’occupazione di Israele, alla colonizzazione e all’apartheid”.Nella dichiarazione degli studenti si legge che i gruppi coinvolti “si rifiuteranno di prendere parte all’opera di "ripulitura" dell’immagine pubblica di Israele” e che “negli incontri in cui non si rispetterà questo principio verrà fuori un quadro distorto della situazione, in cui effettivamente non c’è uguaglianza tra le parti e quindi si ignorerà e legittimerà l’oppressione israeliana del popolo palestinese”.
(infopal.it)

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