“Abbiamo un paese che è di parole. E tu parla, che io possa fondare la mia strada pietra su pietra.
Abbiamo un paese che è di parole, e tu parla, così che si conosca dove abbia termine il viaggio.”

Mahmud Darwish

giovedì 21 maggio 2009

La deriva di Israele

Noi della rete Ebrei Contro l’Occupazione denunciamo la deriva illiberale e razzista dello Stato di Israele, che molto preoccupa chi abbia a cuore giustizia, libertà e pace. Dopo la strage compiuta a Gaza dall’esercito israeliano, sotto la guida del governo del partito Kadima presieduto da Olmert, la deriva militaresca, razzista ed illiberale di Israele è proseguita con il nuovo governo della coalizione di destra, presieduta da Netanyahu. I propositi decisamente razzisti sono ora apertamente dichiarati, soprattutto dal ministro degli affari esteri, il signor Lieberman, e sembrano diffusi largamente tra i giovani delle scuole medie superiori, quelli che si apprestano ad entrare nell’esercito. Due fatti particolarmente gravi:

1) la persecuzione dell’associazione pacifista New Profile, di cui alcuni membri sono stati fermati e perquisiti ed i loro computers sequestrati. Dopo liberati, sono stati diffidati dal comunicare tra loro e con altri.

2) la preannunziata legge che proibisce il racconto e la commemorazione della Nakba ( la Catastrofe), la cacciata di oltre 700mila palestinesi dalle loro case e dalle loro terre avvenuta nel 1948-49, e, a diversa intensità, in tutti gli anni successivi fino ai nostri giorni. Il ricordo della Nakba viene vietato a tutti, Israeliani Arabi (il 20% circa della popolazione) ed Ebrei, l’80% circa. La pena prevista per i contravventori sarà di tre anni di carcere! Si vuole cioè stabilire che la fondazione dello Stato Ebraico, che ha coinciso con la cacciata dei Palestinesi arabi dalle loro case e la completa distruzione di centinaia dei loro villaggi (detta, a buona ragione, El Nakba dai Palestinesi) è una festa per i vincitori, e gli sconfitti e chi difende i loro diritti non debbono aver libertà di parola, per non rovinare la festa. Questo atteggiamento inumano, e le leggi atrocemente ingiuste che lo attuano, suscitano la indignazione nostra e di chiunque abbia senso di giustizia, e desiderio di veder la pace finalmente instaurata tra il Mediterraneo ed il Giordano. L’avvento della pace richiederà comunque molto tempo, forse generazioni, dopo tanti decenni di ingiustizie, guerre e persecuzioni: per questo crediamo che sia urgente iniziare il disarmo delle inimicizie e del disprezzo subito: subito dare inizio al cambiamento radicale di atteggiamento umano verso le vittime delle ingiustizie da parte dei persecutori.

Non è certo negando queste elementari verità, e peggio ancora togliendo la libertà di parola a chi le proclama, che Israele potrà esser considerato un Paese civile e tantomeno potrà vivere in pace.


Rete ECO (Ebrei Contro l'Occupazione)

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