“Abbiamo un paese che è di parole. E tu parla, che io possa fondare la mia strada pietra su pietra.
Abbiamo un paese che è di parole, e tu parla, così che si conosca dove abbia termine il viaggio.”

Mahmud Darwish

domenica 12 luglio 2009

La scarsità di acqua affligge la West Bank

di Katya Adler *

Mohammed Abbas è ammalato, di diarrea cronica. Non è la prima volta. Mohammed e la sua famiglia vivono in un villaggio palestinese privo di acqua corrente, senza fognature, e senza alcuna prospettiva di poter ottenere prossimamente sia l’uno che l’altro.

La madre Sunna, guardando suo figlio che, con gli occhi chiusi, su un materasso sul pavimento stringe con forza il suo stomaco, mi ha detto di essere disperata.

“Sono arrabbiata che mio figlio sia tanto ammalato. Il medico dice che è a causa dell’acqua. Noi la compriamo da fuori. Non so da dove provenga. La do ai miei bambini anche se so che è contaminata. Cos’altro posso fare?”

Il racconto di Sunna sta diventando sempre più comune nella West Bank. Il nome del suo villaggio, Faqua, in arabo significa bolle di acqua sorgiva, ma l’accesso all’acqua è scomparso molto tempo fa.

Il consiglio del villaggio racconta che la maggior parte delle sorgenti sotterranee è stata confiscata da Israele nel 1948, quando venne fondato lo stato.

A metà degli anni 1990, venne costituito un Comitato israelo-palestinese per l’acqua, come parte degli accordi di pace di Oslo.

Ma i palestinesi sostengono che Israele rese di fatto loro impossibile scavare nuovi pozzi o collegarsi alla rete idrica israeliana.

Rimasugli.

La West Bank è sede di una importante riserva idrica regionale.

Secondo una relazione della Banca Mondiale pubblicata quest’anno, Israele riserva l’80% dell’acqua che estrae dalla regione acquifera montana per i cittadini israeliani.

I palestinesi prendono i rimasugli. Il che non è sufficiente.

Mentre giravamo in auto intorno a Faqua, trovammo un’autobotte di acqua privata, il cui tubo attraversata la strada entrava nel cortile posteriore della famiglia Sallah.

Là, acqua dall’aspetto fangoso zampillava dentro una cisterna interrata .

La Banca Mondiale riferisce che la qualità dell’acqua sta peggiorando. In questo modo i palestinesi pagano profumatamente.

L’acqua sporca fa ammalare la gente. La mancanza d’acqua implica prezzi elevati. Munir Sallah afferma che ciò rende perfino più dura una vita già tanto faticosa.

“Noi abbiamo bisogno di molto denaro per coprire queste spese. Potremmo usare il denaro per altre cose, come cibo ad esempio.

Ogni soldo che abbiamo dobbiamo utilizzarlo per pagare l’acqua. Non potrai così mangiare bene. Non potrai usare molta energia elettrica. Sei obbligato a risparmiare questi soldi per l’acqua.

“A Faqua il denaro scarseggia. I campi del villaggio se ne stanno sterili, secchi e polverosi. Tradizionalmente i villaggi palestinesi dipendono dall’agricoltura. Per questo c’è bisogno di acqua.”

Scambio di responsabilità.

Ma Israele sostiene che qui non c’è da lamentarsi – la pianificazione è palestinese.

Israele afferma che il villaggio di Faqua non ha mai richiesto di collegarsi alla rete idrica – sebbene il sindaco del posto contesti questa asserzione.

Israele dice che l’Autorità Palestinese per l’Acqua dovrebbe essere più operativa nella West Bank.

I Gruppi per i Diritti Umani raccontano una storia diversa. Sarit Michaeli lavora per B’tselem:

“ Israele fornisce l’acqua a richiesta di ciascun israeliano, compresi i coloni nella West Bank.

“I palestinesi hanno il diritto all’acqua. Per la legge internazionale questo è un loro diritto fondamentale, ma molto spesso sono discriminati nell’attribuzione di questa risorsa.

“Nell’intera regione l’acqua scarseggia dappertutto, ma la poca acqua che abbiamo deve essere suddivisa in modo uguale tra israeliani e palestinesi.”

Lassù sulle brune colline di Faqua, un frustrato agricoltore palestinese ci mostra i campi lussureggianti di un contiguo kibbutz israeliano.

Il villaggio di Faqua è proprio sulla linea di confine tra la West Bank ed Israele.

Una jeep dell’esercito israeliano ci tiene sotto osservazione dall’altro lato della barriera metallica – parte della barriera di separazione che Israele sta costruendo all’interno e attorno alla West Bank.

Ahmad Abu Salamah sostiene che qui Israele ha dato il bacio della morte all’agricoltura.

“Nel villaggio di Faqua, noi viviamo nella zona C – in quella parte della West Bank che è sottoposta al controllo totale israeliano: Israele dovrebbe fornirci l’acqua. Se lo facesse le nostre terre sarebbero verdeggianti come le loro. Ma loro utilizzano tutta l’acqua per i loro campi.

“L’acqua insieme alla terra e alla religione, qui sono al centro del conflitto. Una giusta distribuzione dovrà essere alla base di ogni soluzione.”

* da BBC NEWS, Jerusalem

http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/8141771.stm

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