Malcostume, bassezze e cattivi consiglieri
Lettera aperta del Forum Palestina
Avevamo sperato che la recente lettera aperta “Concorrenza sleale”, prodotta dalla Freedom Flotilla Italia, fosse stata sufficiente a mettere fine ad una serie di bassezze messe in circolazione negli ultimi mesi prima contro il progetto della Freedom Flotilla 2 e poi contro il Forum Palestina stesso.
Purtroppo eravamo stati ottimisti e avevamo ritenuto che il buonsenso prevalesse sul malcostume. Così non è andata e quindi ci vediamo costretti a mettere nero su bianco alcune questioni.
1) Nei giorni scorsi in alcune liste interne di “movimento” è circolato un messaggio inviato da un compagno dei centri sociali romani, che chiameremo con un nome di comodo: “Jago”, per evitare qualsiasi spiacevolezza. In questo messaggio Jago afferma di aver fatto tombola! Dopo mesi in cui – mai pubblicamente ma sempre per voci, mezze voci e ammiccamenti – sentiamo circolare bassezze contro il Forum Palestina, Jago esibisce una pistola fumante!
Già il titolo parte male: “Forum e fascisti...se ci fossero ancora dubbi”. In altri tempi sarebbe già stata rissa. Ma siamo nel 2011 e forse ce la si può cavare con delle scuse.
La prova esibita da Jago, sarebbe l’intervista rilasciata da tal Samir Ben Larbi a nome del Forum Palestina di Verona (?) ad un sito di fascistelli vicini a Casa Pound reperibile su internet.
La questione avrebbe potuto risolversi rapidamente chiedendolo (e giustamente chiedendo spiegazioni) ai compagni del Forum Palestina, che sono piuttosto conosciuti sulla piazza di Roma e non solo e che Jago incontra sistematicamente nelle assemblee al Volturno, nei cortei per il diritto all’abitare, contro la guerra e quant’altro. Chiedendo spiegazioni, le avrebbe ricevute pronta consegna:
a) Chi è il sig. Samir Ben Larbi?? Il sig. Samir Ben Larbi è per tutti noi un illustre sconosciuto. Il Forum Palestina è attivo in diverse città ma a Verona purtroppo non esiste. Ci sono rapporti di collaborazione solo con alcuni compagni che svolgono un ottimo lavoro nel campo medico e scientifico tra i palestinesi, ma il sig. Ben Larbi non è stato mai coperto da nessuno;
b) Questo signore è del Forum Palestina? No! Il sig. Ben Larbi non ha nessun titolo per parlare a nome del Forum Palestina;
c) Cos’è il Forum Palestina, che tanto turba i sonni di Jago? Il Forum Palestina è una rete di solidarietà con la resistenza palestinese, negli anni è diventata una esperienza credibile, ma non è decisamente una società in franchising, ragione per cui auspichiamo che nessuno utilizzi “il marchio” pro domo sua
d) I motori di ricerca di Internet vanno sempre utilizzati con molta cautela. Questo lo sanno tutti, forse anche Jago dovrebbe farne tesoro. Viene il dubbio che Jago abbia dovuto e voluto spendere un sacco di tempo ad inseguire una pista fallata. Mah!!
2) La questione si potrebbe chiudere qui, magari invitando Jago a chiedere scusa per un eccesso di zelanteria che poteva durare il tempo di una telefonata o di una chiacchierata ai margini di una di quelle assemblea o di uno di quei cortei in cui ci troviamo fianco a fianco. Purtroppo, Jago – non ce ne voglia – è l’epifenomeno di un malcostume che andrebbe spazzato via dalle consuetudini e dalla cultura politica di tanti compagni nei centri sociali romani e non solo.
Abbiamo sempre ritenuto che quando c’è una divergenza politica, è bene che venga fuori alla luce del sole, che se ne discuta pubblicamente, se possibile se ne trovi una sintesi unitaria e se non è possibile si prenda atto di ipotesi di lavoro diverse. Non sarebbe la prima, né l’ultima volta. Ma la concorrenza sleale fatta di gossip, bassezze e strumentalizzazioni è decisamente inaccettabile.
Anche su questo la vicenda si potrebbe chiudere qui, eppure non è ancora possibile. Non è possibile perché abbiamo il sospetto che dietro questa recente ondata di bassezze e falsità contro il Forum Palestina e la Freedom Flotilla 2, ci sia qualcos’altro, dai contorni più inquietanti di Jago e del malcostume.
Nelle settimane scorse – prima dello “scoop”di Jago – alcuni ci segnalavano accuse contro il Forum Palestina perché avrebbe accettato nella coalizione per la Freedom Flotilla una associazione palestinese (l’Abspp) che ha realizzato alcuni progetti di adozione a distanza di bambini palestinesi, nell’ambito dei quali un’associazione neofascista (Comunità Popoli o associazione Popoli) ha effettuato un paio di adozioni.
Innanzitutto, il Forum Palestina non è il padrone della Freedom Flotilla 2, ma uno degli oltre sessanta organismi promotori; in secondo luogo, non è certo la prima volta che organizzazioni di estrema destra tentano subdolamente di accreditarsi come sostenitrici dei popoli oppressi, e dei Palestinesi in particolare. Meno di un paio di anni or sono, Casa Pound effettuò alcune adozioni di bambini palestinesi promosse dalla Mezzaluna Rossa Palestinese in Italia e coprì Roma di manifesti che chiedevano l’invio di medicinali a Gaza, ma a nessuno venne in mente di accusare la Mezzaluna Rossa di collusioni con il neofascismo, essendo evidente – ieri come oggi - la strumentalità dell’iniziativa.
In questi anni, tutti sanno quante volte abbiamo dovuto discutere e litigare con molte associazioni palestinesi presenti in Italia, che almeno una volta nella loro vita hanno messo in campo iniziative insieme a gruppi o istituzioni di destra o neofasciste . Forse, Jago non era nemmeno nato quando, a metà degli anni 80, alcuni dei compagni che oggi sono nel Forum Palestina affrontarono a brutto muso l’allora rappresentante dell’OLP in Italia, Nemer Hammad, che aveva incautamente accettato di partecipare ad una conferenza organizzata da Pino Rauti, all’epoca segretario del MSI.
Nessuno può sottovalutare il fatto che i nostri amici e compagni palestinesi, sia in Italia che in Libano, sia a Gaza che in Cisgiordania, hanno - e in alcuni casi hanno ragione di avere – una percezione della vita politica e degli schieramenti politici in Italia molto diversa dalla nostra.
La nostra storia è quella dell’antifascismo militante, il che ci rende allergici sia ai neofascisti che alle “zone grigie”. Ma se in Palestina dovessero giudicare la vicinanza della sinistra al popolo palestinese dai Veltroni o dal gruppo dirigente del PRC fino al 2008, quale idea potrebbero avere della sinistra italiana? Cari compagni, questo purtroppo non è un dettaglio.
Nella maggior parte dei casi, le nostre argomentazioni hanno indotto i Palestinesi in Italia a maggiore consapevolezza e coerenza, in altri no, ma persino Jago sarà costretto ad ammettere che non è certo colpa del Forum Palestina se intercorrono ottimi rapporti fra la rappresentanza italiana dell’Autorità Palestinese e il sindaco Alemanno. Da parte nostra, interpretiamo l’antifascismo anche nel vigilare e nel contendere ambiti politici ai neofascisti, in tutte le iniziative politiche facciamo in modo che siano presenti criteri basati sull’antifascismo, antirazzismo, l’anti sionismo e l’antimperialismo. Il nostro lavoro con la Freedom Flotilla Italia risponde agli stessi criteri, condivisi – e questa è la cosa più importante e confortante – da tutte le associazioni, tutti i comitati che partecipano a questa grande iniziativa, riconoscendosi in quel Manifesto della Freedom Flotilla Italia che Jago non faticherà a trovare su internet, anche senza motori di ricerca, perché campeggia sul sito ufficiale della Freedom Flotilla.
3) Eppure il problema più inquietante della “Jago Connection” non è ancora questo. Il problema più inquietante sono i cattivi consiglieri (o “il” cattivo consigliere) che veicolano sistematicamente dentro i centri sociali romani i contenuti fondamentali dell’apparato ideologico sionista e dei neocons statunitensi. Uno di questi è il cosiddetto islamo-fascismo, coniato e utilizzato da Bush, dai likudniks e dagli apparati dei think tanks sionisti, in Israele e all’estero.
Coloro che veicolano la lotta mortale contro gli islamici, si presentano come antifascisti, magari scrittori o giornalisti antifascisti di un certo successo negli ambiti di movimento. Di conseguenza, se l’Islam è il nuovo fascismo, gli antifascisti non possono che essere anti-islamici e magari schierarsi al fianco dell’unica democrazia in Medio Oriente, cioè Israele, la quale ha tanti difetti ma è un paese simile ai nostri. Il progetto coloniale sionista dominante in Israele, ovviamente, non viene mai segnalato come problema; al contrario, si alimenta la narrazione progressista del sionismo.
Qualcuno dice che a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca quasi sempre: in effetti, la campagna di bassezze e calunnie contro il Forum Palestina sembra aver preso inusuale vigore in singolare coincidenza con il convegno sul sionismo (novembre 2009) e la riuscita campagna politica ed editoriale del libro “Palestina. Una terra cancellata dalle mappe. Dieci domande sul sionismo”, nel quale una ricca e documentata critica al sionismo da parte di studiosi, giornalisti, storici, attivisti di sinistra ha rotto un tabù e fatto saltare anatemi e auto-censure nelle comunità accademiche e nel movimento di solidarietà con la Palestina.
Gli ottimi risultati della campagna di informazione e controinformazione sul sionismo, sono stati un durissimo colpo per gli apparati ideologici dello stato israeliano e per i loro collaboratori nel nostro paese. Da qui la loro necessità di promuovere una controffensiva e magari di guadagnarsi anche la stozza. Attraverso un dibattito pubblico sui giornali o nelle università? Giammai!! Meglio insinuare i dubbi, i sospetti, le mezze ambiguità e in questo modo depotenziare una delle reti più attive e incisive sulla questione palestinese e sull’antisionismo come il Forum Palestina.
Quando poi si è concretizzata anche la partecipazione di una nave italiana (la Stefano Chiarini) alla coalizione internazionale per la Freedom Flotilla 2…. Apriti cielo!! In Italia, ossia nel paese europeo che è “il migliore alleato di Israele in Europa”, che ha il consenso bipartizan a sostegno di Israele più consolidato, che ha la sinistra più pavida di tutta Europa sulla questione palestinese, è mai possibile che si vendano tanti libri e ci siano tanti dibattiti critici sul sionismo e addirittura si metta in mare una nave per rompere l’assedio a Gaza, ma soprattutto per “internazionalizzare la questione palestinese” (cosa che Israele teme più dei Qassam da Gaza)?
A tale proposito, vi segnaliamo due emblematici articoli del quotidiano israeliano Ha’aretz, tradotti e pubblicati dall’agenzia Nena News e da Infopal (anche questi, Jago può trovarli facilmente).
Il primo è sulle pressioni che Israele sta facendo sui governi dei paesi da cui dovrebbero partire le navi della Freedom Flotilla 2. L’altro è sulle unità speciali israeliane da infiltrare nei movimenti di solidarietà con la Palestina più attivi. Per spiarli? No, perché le attività di questi movimenti (come il Forum Palestina) sono pubbliche e c’è ben poco da spiare. Magari, però, è utile infiltrarsi per seminare zizzania, dubbi, maldicenze, sospetti, mezze parole, bassezze…
Vorremmo tanto sbagliarci. Ma vuoi vedere che a pensare male…….
In qualsiasi caso, i detrattori, i delatori e i veicolatori si rassegnino: il Forum Palestina a ottobre festeggerà i dieci anni di attività. Abbiamo sempre fatto le cose che ci siamo impegnati a fare. Tra queste ci sono la campagna BDS, la campagna contro il sionismo e la Freedom Flotilla 2. Non faranno piacere alle autorità israeliane, ma questo non è un nostro problema.
Un buon lavoro a tutte e a tutti
Il Forum Palestina
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