L'appello dei cooperanti italiani a Gaza: all'opinione pubblica, perché non si abbandoni alla banale equazione tra palestinesi, terroristi, islàm e fondamentalismi. Ma anche un appello alla comunità internazionale oggi più che mai, perché la popolazione di Gaza non venga lasciata sola.
Gaza City, 15 Aprile 2011 – Sembra di vivere in un incubo. Come spesso succede in Palestina, quando sembra che il peggio sia già accaduto, ci riferiamo all’inspiegabile uccisione di Jiuliano Mer Khamis a Jenin, il limite dell’orrore si sposta ulteriormente in avanti.
Esprimiamo tutta la nostra sincera vicinanza alla sua famiglia, ai compagni dell’International Solidarity Movement e a tutti coloro che hanno avuto modo di conoscere Vittorio, soprattutto nel corso degli ultimi anni, in cui nella Striscia di Gaza è stato un costante riferimento per tutti noi.
Nel dicembre 2008, unico italiano, decise di rimanere al fianco della popolazione di Gaza durante l’operazione Piombo Fuso, il massacro perpetrato dall’esercito israeliano che ha provocato circa 1.400 morti in meno di un mese. A questo si è aggiunto un lavoro quotidiano di responsabilità e grande umanità, accanto alla popolazione di Gaza, sottoposta alla punizione collettiva e ad un assedio illegale e brutale da parte del governo di Israele. Vittorio si è anche distinto per un eccezionale lavoro di documentazione delle quotidiane violazioni dei diritti umani della popolazione palestinese, oltre alle attività d’interposizione fisica e di accompagnamento dei pescatori e dei contadini di Gaza, impossibilitati a pescare e a lavorare le proprie terre.
Oggi in diverse città della Cisgiordania e nella Striscia di Gaza sono in corso manifestazioni pubbliche per ricordare Vittorio e per chiedere che la legalità venga riportata nella Striscia di Gaza, per una giusta pace e per la liberazione della popolazione dal brutale assedio a cui è sottoposta ormai da quattro anni.
Siamo accanto ai palestinesi di Gaza e li ringraziamo della commossa solidarietà che ci hanno dimostrano in queste ore, loro prime vittime e spettatori sgomenti dell’accaduto e primi orfani di questa voce che negli ultimi anni è stata la loro voce e la loro piu’ diretta testimonianza.
Invitiamo l’opinione pubblica a non operare la solita banale equazione, fuorviante e controproducente tra palestinesi, terroristi, islàm e fondamentalismi. Che questo sforzo di comprensione e di analisi dell’accaduto sia anche un segnale di dovuto rispetto alla memoria di Vittorio stesso, che con il suo lavoro di solidarietà incondizionata ha dimostrato come il sentimento di umanità non ammetta discriminazioni legate alle fedi religiose o alle appartenenze culturali e politiche.
Facciamo appello alle autorità responsabili nella Striscia di Gaza perché facciano luce sull’accaduto.
Ci aspettiamo che la comunità internazionale eserciti pressioni affinchè questa ennesima tragedia non serva a giustificare un ulteriore accanimento sulla popolazione civile di Gaza da parte delle autorità israeliane. Chiediamo anzi che oggi piu’ che mai la popolazione di Gaza non venga abbandonata al suo isolamento, vittima inerme delle aggressioni militari, ma anche delle faide interne tra fazioni che assolutamente non la rappresentano.
Le ONG italiane continueranno a garantire il loro impegno nella Striscia di Gaza, come fanno ormai da tanti anni, per sostenere le necessità della popolazione, per rafforzare le componenti della società civile impegnata quotidianamente nella difesa della dignità e dei diritti umani, per promuovere i principi della pace e della solidarietà internazionale, come ha fatto Vittorio negli ultimi anni della sua vita.
RESTIAMO UMANI.
Gli amici cooperanti italiani a Gaza
da Nena News
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