“Abbiamo un paese che è di parole. E tu parla, che io possa fondare la mia strada pietra su pietra.
Abbiamo un paese che è di parole, e tu parla, così che si conosca dove abbia termine il viaggio.”

Mahmud Darwish

venerdì 9 gennaio 2009

Intervista al Dott. Abu Shaban dall'ospedale Al Shifa di Gaza City

"Sospettiamo che ci sia qualcosa che non conosciamo in queste armi".
Intervista al Dott. Abu Shaban dall'ospedale Al Shifa di Gaza City
A cura di Mila Pernice e Grazia Orsati
Forum Palestina
www.forumpalestina.org

Qual' è adesso la situazione sanitaria a Gaza?

Ora a Gaza non c'è elettricità, non c'è acqua, ci sono poche scorte
alimentari, non c'è pane; d'altra parte ci sono tre ore di sospensione
degli attacchi.

Tre ore di sospensione sono sufficienti per curare i feriti?

Naturalmente no; questo è il punto su cui si sono accordati..vedremo
cosa accadrà dopo. L'ospedale è pieno di feriti, stiamo cercando di
trasferirli in altri ospedali in altri paesi.

Quanti feriti sono arrivati oggi in ospedale?

Oggi hanno bombardato una moschea. Due giovani sono morti sotto i
bombardamenti. I morti in totale sono 700, almeno fino a adesso.

Voi siete chiusi nella Striscia di Gaza. Quale messaggio volete
inviare alla comunità internazionale?

Non abbiamo nessun accesso alla comunità internazionale perché sono
due anni che siamo sotto un assedio che è diventato più forte con
questa guerra. Ci sono comunque delle persone di altri paesi, c'è un
chirurgo norvegese e un anestesista anche lui norvegese e un altro
chirurgo specializzato in malattie cardiovascolari. Loro sono l'unica
finestra sull'esterno insieme a chi ci telefona dall'estero, come
state facendo voi adesso.

Tra poco ricominceranno a bombardare Gaza. Qual' è la situazione della
popolazione, in particolare dei bambini?

Il morale della popolazione è alto, ma è alto anche il numero delle
vittime. Quello che vi voglio dire è che all'interno di quei 700
feriti circa 180 sono bambini, e poi ci sono le donne. Circa il 45%
delle vittime sono donne e bambini.

C'è il problema della paura per la salute dei bambini?

I bambini e anche gli adulti subiscono un trauma che colpisce tutti.
Usano armi molto distruttive che producono grande panico perché
bombardano obiettivi tra le case, tra la popolazione civile. Sono
tutti obiettivi civili, non ci sono obiettivi militari all'interno
della città.

Quali sono le ferite più comuni che riscontrate?

Riscontriamo un gran numero di casi di ferite gravi che ci costringono
a molte amputazioni. Molte fratture e ferite dei tessuti molli che
colpiscono lo sterno e l'addome. Ci sono degli strani fenomeni, spesso
troviamo i tessuti danneggiati con danni molto maggiori di quanto ci
si aspetti. Sospettiamo che ci sia qualcosa che non conosciamo in
queste armi.

E' possibile che arrivino altri medici da fuori?

Speriamo che arriveranno altri medici. Sappiamo che dovrebbe arrivare
un'equipe chirurgica composta da personale di diversi paesi. Ci hanno
chiamato, stanno tentando di arrivare, ma incontrano molte difficoltà
perché occorrono degli accordi tra i paesi d'origine e il governo
egiziano per superare quella frontiera o con il governo di Israele se
vogliono passare da Israele. Abbiamo bisogno di personale medico e di
molti medicinali, di ambulanze che ora per la maggior parte sono ferme
per mancanza di carburante.

E' pericoloso spostare i feriti dai luoghi colpiti e portarli in ospedale?

Si, spesso bombardano ogni automobile che si muove e anche le moto. E'
molto pericoloso dopo il tramonto, quando non si vede nessuno
camminare per le strade perché non è sicuro. Ora stiamo cercando di
spostare alcuni feriti in altri paesi con l'aiuto della Mezzaluna
Rossa e con un accordo con il governo egiziano. Ieri 19 pazienti sono
stati trasferiti e oggi 17. Stiamo cercando di trasferire i pazienti
che hanno bisogno di cure specialistiche.

Grazie dottore…

Grazie a voi. Speriamo che possiate far sentire il nostro messaggio e
far sapere che la popolazione di Gaza sta soffrendo l'ingiustizia di
questo crimine. Speriamo che finisca.

Cercheremo di diffondere le informazioni che ci ha dato; per questo
abbiamo voluto fare un'intervista direttamente con Gaza per poi
diffonderla attraverso la radio…

Grazie, questo è un grande lavoro che sarà di grande aiuto per il mio popolo.

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