“Abbiamo un paese che è di parole. E tu parla, che io possa fondare la mia strada pietra su pietra.
Abbiamo un paese che è di parole, e tu parla, così che si conosca dove abbia termine il viaggio.”

Mahmud Darwish

sabato 26 settembre 2009

Disonore all'Aja

di Gideon Levy

C’è un nome su ogni pallottola, e c’è qualcuno responsabile per ogni crimine. E’ stato squarciato, una volta per tutte, il mantello di teflon che Israele si era avvolto tutt’attorno fin dall’Operazione Piombo Fuso ed ora devono essere affrontate questioni difficili. E’ divenuto superfluo porre la domanda se a Gaza vennero commessi dei crimini di guerra, in quanto sono già state fornite risposte chiare ed autorevoli. In tal modo, deve essere posta la domanda successiva: di chi è la colpa? Se vennero commessi dei crimini di guerra a Gaza, ne consegue che tra di noi ci sono dei criminali di guerra in libertà. Essi devono essere giudicati responsabili e puniti. Questa è la rigorosa conclusione tracciata dalla relazione dettagliata delle Nazioni Unite.


Per quasi un anno, Israele ha cercato di sostenere che il sangue versato a Gaza era soltanto acqua. Un rapporto si era succeduto all’altro, con effetti ugualmente raccapriccianti: assedio, fosforo bianco, scempio di civili innocenti, infrastrutture distrutte – crimini di guerra in tutti i resoconti. Ora, dopo la pubblicazione della relazione, la più importante e schiacciante fra tutte, compilata dalla commissione diretta dal giudice Richard Goldstone, i tentativi di Israele di screditarli appaiono assurdi e le vuote sbruffonate dei suoi portavoce risuonano patetiche.

Per quanto essi si siano concentrati sugli inviati e non sulle loro comunicazioni: l’investigatore per il Controllo del rispetto dei Diritti Umani raccoglie cimeli nazisti, Rompere il Silenzio è un affare, Amnesty International è anti-semitica. Tutto è propaganda a buon mercato. Come se, questa volta, l’inviato fosse un professore in propaganda. Nessuno può affermare seriamente che Goldstone, un fervente ed attivo sionista, con legami profondi con Israele, sia un anti-semita. Sarebbe ridicolo. Quantunque ci siano stati alcuni agenti che hanno tentato di usare effettivamente l’arma dell’anti-semitismo contro di lui, sebbene riconoscessero che tutto ciò fosse farsesco. Si sarebbe dovuto ascoltare la commovente intervista che la figlia di Goldstone, Nicole, aveva concesso mercoledì a Razi Barkai della Radio dell’Esercito, per capire che lei di fatto amava Israele e ne era un’amica autentica. Ella aveva raccontato, in ebraico, dell’angoscia mentale che suo padre aveva provato e della sua convinzione che, se non ci fosse stato lui, il rapporto sarebbe stato di gran lunga peggiore. Precisò che tutto ciò che lui voleva era un Israele che fosse più giusto.

Nessuno può avere dei dubbi neppure sulle sue credenziali giuridiche, in quanto giurista internazionale al massimo livello con una impeccabile reputazione. L’uomo che aveva scoperto la verità sul Ruanda e sulla Yugoslavia, aveva fatto ora la stessa cosa riguardo a Gaza. L’ex principale procuratore del Tribunale Criminale Internazionale dell’Aja non è solo un’autorità giuridica, ma anche un’autorità morale; quindi critiche nei confronti del giudice non saranno prese in considerazione. E’ tempo, invece, di guardare più da vicino gli accusati. Quei responsabili sono in primo luogo Ehud Olmert, Ehud Barak e Gabi Ashkenazi. Finora, cosa incredibile, nessuno di loro ha pagato alcun prezzo per i loro misfatti.

Piombo Fuso è stata un’aggressione esagerata su una popolazione civile assediata e senza protezione alcuna che non ha mostrato quasi alcun segno di resistenza durante l’operazione. Ciò avrebbe dovuto sollevare una collera immediata in Israele. E’ stata una Sabra e Chatila, questa volta eseguita da noi. Sennonché in questo paese, a seguito di Sabra e Chatila, ci fu una bufera di proteste, mentre dopo Piombo Fuso sono state sciorinate solo pure citazioni.

Avrebbe dovuto essere sufficiente considerare solo la spaventosa disparità nel numero delle vittime – 100 palestinesi uccisi per ognuno degli israeliani – per turbare l’intera società di Israele. Non c’era alcuna necessità di aspettare Goldstone per comprendere quale terribile cosa era avvenuta tra il Davide palestinese e il Golia israeliano. Ma gli israeliani hanno preferito guardare da un’altra parte o starsene con i loro bambini sulle colline attorno a Gaza ed esultare per la carneficina causata dalle bombe.

Sotto la copertura di media impegnati, di analisti ed esperti criminalmente parziali – i quali tutti si sono trattenuti dal divulgare le informazioni – e con un’opinione pubblica compiacente alla quale era stato fatto il lavaggio del cervello, Israele si è comportato come se nulla fosse accaduto. Goldstone ha messo fine a tutto ciò e per questo dobbiamo ringraziarlo. Dopo che il suo compito si è concluso, saranno prese le ovvie iniziative pratiche.

Sarebbe meglio che Israele facesse appello al coraggio per cambiare la rotta, fintanto che c’è ancora tempo, facendo sulla materia indagini reali, e non tramite le inchieste grottesche delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), senza aspettare Goldstone. Olmert e Tzipi Livni devono essere costretti a pagare per la loro vergognosa decisione di non collaborare con Goldstone, sebbene a questo punto il latte è versato. Ora che la relazione prosegue sulla sua strada verso la Corte Criminale Internazionale (ICC) e potrebbero essere emessi presto dei mandati di arresto, ciò che resta ancora da farsi è la costituzione immediata di una Commissione d’Inchiesta per evitare il disonore dell’Aja.

Forse la prossima volta che si darà inizio ad un’altra inutile ed infelice guerra, si prenderà in considerazione non solo il numero delle vittime che si dovranno probabilmente subire, ma anche il pesante danno politico che tali guerre producono.

Alla vigilia del nuovo anno ebraico, Israele sta diventando, meritatamente, un paese emarginato ed odiato. Non dobbiamo dimenticarcelo per un minuto solo.
http://www.haaretz.com/hasen/spages/1115240.html

(tradotto da mariano mingarelli)
http://www.amiciziaitalo-palestinese.org/index.php?option=com_content&task=view&id=1492Itemid=76



Dopo la pubblicazione del rapporto dell’ Onu per i fatti avvenuti a Gaza: Israele al Tribunale per i crimini di guerra!

di Michael Warschawski

La pubblicazione del rapporto dell’Onu per l’accertamento dei fatti sul conflitto di Gaza è un passo importante, a condizione che abbia un seguito. Esso è importante anzitutto per la sicurezza pubblica internazionale: durante i due decenni del predominio dei neo-conservatori negli Stati Uniti, abbiamo assistito agli sforzi congiunti della casa Bianca e di Israele per vanificare le norme del diritto internazionale. Possiamo ricordare lo stupido commento di George W. Bush: egli, nella cornice della guerra globale al terrorismo sostenne che era essenziale annullare le limitazioni poste ai combattenti dalla Convenzione di Ginevra.

E Israele, già nei primi anni ’70 aveva deciso che la Quarta Convenzione di Ginevra non era applicabile nei Territori Occupati.

Il rapporto, e prima di questo il parere consultivo della Corte Internazionale sulle Conseguenze legali della costruzione di un muro nei territori palestinesi occupati, ricorda al mondo che la lezione dell’epoca nazista non è stata dimenticata e che il mondo non è una giungla in cui predomina la forza, ma una comunità civilizzata che si sforza di agire secondo le leggi internazionali che proteggono i fondamentali diritti degli esseri umani. E per coloro che obiettano, giustamente, che queste norme internazionali sono violate ogni giorno dalla maggioranza dei Paesi del mondo, noi dobbiamo rispondere che è meglio che ci siano norme e leggi che proteggono i più deboli, anche se non sono generalmente rispettate, che vivere in una società senza leggi che permette al più forte di fare ciò che vuole.

Le risposte dei leader israeliani erano prevedibili: “rapporto prevenuto” “ approccio unilaterale”, e “ noi abbiamo sempre saputo che Goldstone è antisemita…. o un Ebreo che odia se stesso”.

A capo di questa campagna sta, e non poteva essere altrimenti, Ehud Barak, che ha dichiarato che “questo rapporto non solo premia il terrorismo, ma addirittura lo incoraggia” . Barak ha aggiunto che il Ministro della Difesa assicurerà la consulenza legale a quegli ufficiali contro i quali fossero avviati procedimenti legali.

In base ai regolamenti della legge internazionale si suppone che le conclusioni del rapporto saranno ora discusse nel Consiglio per i Diritti Umani e poi nel Consiglio di Sicurezza, che potrebbe poi trasferirle alla Corte Internazionale dell’Aja o a una Corte internazionale speciale, cosicché coloro che sono sospettati di aver commesso crimini di guerra possano essere processati e se ritenuti colpevoli condannati a stare dietro le sbarre per molti anni. In ogni modo, questa stessa legge internazionale ha previsto dei privilegi per le grandi potenze, cioè il potere di veto.

La diplomazia israeliana concentrerà immediatamente i propri sforzi nel convincere alcune di queste potenze a porre il veto e togliere Israele dai guai. E soprattutto farà pressioni sulla casa Bianca.

Così è arrivata la vera prova per Barack Obama : nessuna dichiarazione su “la pace entro due anni” e “il diritto dei palestinesi a uno stato”, ma al momento una trattativa con politiche concrete che contraddicono i valori che egli sostiene e con chiare esortazioni a adire alle vie legali.

Barack deciderà se al sistema delle leggi internazionali sarà permesso di fare ciò che ci si aspetta da esse . Con mio dispiacere, io scommetto che lui starà con Israele, cioè, che gli Stati Uniti useranno il potere di veto nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.Comunque, il veto americano non porrà fine alla storia: numerosi Paesi nel mondo hanno adottato leggi che permettono loro di giudicare persone accusate di crimini di guerra contro l’umanità.

Sta a noi, donne e uomini, in Israele e all’estero, che temono per la sicurezza pubblica internazionale e le leggi internazionali, il compito di unire le forze per porre a questi criminali di guerra il dilemma: rischiare di essere processati se vengono trovati in paesi il cui la legge lo permette, o rimanere chiusi in Israele, abbandonando l’idea di fare turismo in Spagna o un anno sabbatico nel Regno Unito.

Come è accaduto al precedente comandante delle forze aeree israeliane che è stato costretto a rimanere dentro l’aereo all’aeroporto di Londra, quando seppe dell’ordine di detenzione che lo aspettava se avesse messo piede in Gran Bretagna.

La creazione di un “Osservatorio sui crimini di guerra israeliani” può essere uno dei contributi della società civile per dar seguito al rapporto dell’ ONU , in aggiunta alla raccolta del rilevante materiale e delle testimonianze sulle azioni militari di Israele a Gaza , e al monitoraggio dei movimenti di coloro che sono sospettati di crimini di guerra.
http://www.alternativenews.org/michael-wasrschawski/2160-following-pubblication-of-report-of-the-un-fact- finding-mission-on-gaza-israeli-war-criminals-to-trialcourt-.html

(tradotto da Caterina Guarna)
http://www.amiciziaitalo-palestinese.org/index.php?option=com_content&task=view&id=1495&Itemid=76

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