“Abbiamo un paese che è di parole. E tu parla, che io possa fondare la mia strada pietra su pietra.
Abbiamo un paese che è di parole, e tu parla, così che si conosca dove abbia termine il viaggio.”

Mahmud Darwish

giovedì 31 luglio 2008

Coloni israeliani attaccano bambini palestinesi e internazionali sulla strada per casa mentre tornavano dal campo estivo

PER UNA IMMEDIATA DIFFUSIONE.

Per ulteriori informazioni contatta il Christian Peacemaker Teams ad At-Tuwani:0542531323
27 luglio 2008

AT-TUWANI – Domenica 27 luglio, all' 1:50 del pomeriggio, almeno tre coloni israeliani hanno attaccato dei bambini palestinesi e due accompagnatori internazionali mentre stavano camminando, di ritorno verso il loro villaggio di Tuba. I bambini stavano frequentando il campo estivo organizzato nel villaggio di At-Tuwani. Mentre quattordici bambini e due internazionali del Christian Peacemaker Teams (CPT), stavano camminando in una valle a sud dell'avamposto israeliano illegale di Havot Ma'on, un colono con il volto coperto è sceso dalla collina lanciando sassi con una fionda. I bambini e il volontario del CPT, Jan Benvie, sono corsi in avanti, ma altri coloni i stavano avvicinandosi a loro provenendo dalla parte opposta della valle. Nessuna delle pietre lanciate dai coloni ha colpito i bambini, che hanno un'età compresa tra i 6 e i 15 anni, cosicchè essi hanno potuto mettersi in salvo.

Il volontario del CPT, Joel Gulledge, stava filmando l'aggressione. Non appena il colono mascherato notò Gulledge con la videocamera, cominciò a lanciargli contro delle pietre. Il colono colpì Gulledge ad una gamba con una pietra tanto che egli non fu più in grado di muoversi. A questo punto il colono lo affrontò, gli strappò la videocamera e cominciò a percuoterlo con una pietra e con la videocamera. Dopo di ciò il colono si allontanò portandosi dietro la videocamera.

Il 22 luglio, la scorta militare non aveva accompagnato i bambini. Solo sette bambini avevano accettato il rischio di ritornare da soli a At-Tuwani. I bambini avevano informato il CPT che almeno altri otto bambini non si erano recati al campo estivo perchè avevano avuto troppa paura a dover affrontare il percorso senza una scorta militare. Di nuovo, la mattina del 23 luglio, l'esercito si era rifiutato di fare da scorta ai bambini. Mentre i bambini se ne andavano senza scorta verso il campo estivo, erano stati inseguiti da tre coloni, uno dei quali aveva il volto coperto ed aveva una mazza. Il 26 luglio un rappresentante dell'esercito informò gli internazionali che i militari non avrebbero più fornito la scorta per i bambini che stavano aspettando l'arrivo dell'esercito, nonostante che, nel frattempo, quattro coloni dell'avamposto illegale di Havot Ma'on stessero gridando contro quei fanciulli. Il rappresentante non volle qualificarsi e il comandante di brigata si rifiutò di fornire la scorta. Quando l'internazionale cercò di spiegare la pericolosità della situazione per i bambini, il rappresentante militare rispose, "Non ritengo che i coloni aggrediranno i bambini."

Nell'ottobre del 2004, coloni israeliani avevano aggredito scolari palestinesi e internazionali nella stessa zona dove è avvenuto l'attacco del 27. Due internazionali erano stati ricoverati in ospedale e, solo dopo che i mezzi di informazione internazionali ebbero dato spazio all'aggressione, il parlamento israeliano aveva raccomandato che l'esercito israeliano fornisse una scorta giornaliera perchè i bambini potessero recarsi e tornare da scuola.

(trad. mariano mingarelli)
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