“Abbiamo un paese che è di parole. E tu parla, che io possa fondare la mia strada pietra su pietra.
Abbiamo un paese che è di parole, e tu parla, così che si conosca dove abbia termine il viaggio.”

Mahmud Darwish

domenica 6 giugno 2010

Mavi Marmara, vittime crivellate di colpi

Proiettili sparati a bruciapelo, alla fronte, alla nuca. E’ questo l’esito agghiacciante delle autopsie svolte dai medici legali turchi sui corpi dei nove attivisti uccisi dai soldati israeliani

Roma, 05 giugno 2010, Nena News

Le autopsie svolte dai medici legali turchi sui corpi dei loro nove connazionali uccisi dai militari israeliani lunedì scorso sulla nave «Mavi Marmara», fanno emergere uno scenario a dir poco inquietante. Il quotidiano britannico Guardian che pubblica oggi in esclusiva l’esito delle autopsie, scrive che le nove vittime sono state raggiunte complessivamente da 30 colpi di arma da fuoco. Solo una delle vittime è stata raggiunta da un unico colpo, sulla fronte, sparato da una certa distanza. Le altre sono state ferite da: una da cinque, altre due da quattro. Cinque degli attivisti uccisi sono stati colpiti sia di fronte che di schiena o solo di schiena. Il governo Netanyahu, al contrario, parla di «legittima difesa» esercitata dai soldati di fronte alla reazione «violenta» di alcuni passeggeri.

«Il colpo più ravvicinato è stato sparato approssimativamente da 20 centimetri», ha spiegato il presidente del consiglio turco della medicina forense, Haluk Ince. Il 19enne turco-americano Fulkan Dogan, è stato raggiunto da cinque colpi sparati da meno di 45 centimetri: uno ravvicinato al lato destro del naso, poi dietro la testa, alla schiena e due volte alla gamba sinistra. Il più anziano delle vittime, Ibrahim Bilgen, 60 anni, è stato colpito quattro volte: alla tempia destra, al lato destro del petto, alla schiena e all’anca. Cetin Topcuotlu, 54 anni, è stato raggiunto da tre colpi: uno dietro la testa, uno all’anca e uno al ventre. I colpi erano tutti di calibro 9, salvo uno, un tipo di proiettile mai visto dai medici legali turchi. Tutti i proiettili esplosi sono stati ritrovati intatti nei corpi dei nove attivisti uccisi. Un dato importante per la medicina forense. Quando un proiettile colpisce prima un altro punto, entra nel corpo deformato, se invece entra direttamente nel corpo rimane intatto. Una circostanza che proverebbe che i militari israeliani hanno sparato direttamente contro gli attivisti e che questi non sono stati raggiunti da proiettili di rimbalzo.

Un portavoce dell’ambasciata israeliana a Londra, sentito dal «Guardian» sui risultati delle autopsie, ha commentato che il numero elevato di proiettili sparati non modifica il fatto che i soldati abbiano agito per autodifesa.

Intanto non sono stati ancora risolti i dubbi relativi al numero delle vittime. Le autorità turche lo hanno fissato a nove ma uno degli attivisti italiani Manolo Luppichini, sulla base di quanto aveva appreso in carcere in Israele da una infermiera australiana, Jerry Campbell, ha detto che diversi corpi sono stati gettati in mare. (red) Nena News

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