“Abbiamo un paese che è di parole. E tu parla, che io possa fondare la mia strada pietra su pietra.
Abbiamo un paese che è di parole, e tu parla, così che si conosca dove abbia termine il viaggio.”

Mahmud Darwish

sabato 5 giugno 2010

Mineo, Ovadia e la comunità ebraica romana

Ho appena seguito l'intervista fatta da Mineo a Moni Ovadia. Devo dire che mi ha lasciato molte perplessità l'appello finale di "solidarietà", a prescindere, con la comuunità ebraica romana, perché si pretende sarebbe stata "aggredita" dai manifestanti romani in solidarietà con i pacifisti trucidati dalla marina israeliana.


Perché perplessità? Perché le stesse immagini date dalla vostra emittente di quell'episodio ci dicono altre cose. Ci dicono che i fischi sono partiti copiosi dai giovani schierati all'ingresso della strada e non il contrario.

Sarebbe stato meglio, molto, se gli esponenti di punta di quella comunità avessero preso parte a quel corteo, invece di fare altro, ossia: difendere ancora una volta Israele in modo irrazionale.

Se dal 31 maggio 2010 il clima a livello mondiale e non solo italiano verso i cittadini ebrei è mutato in peggio lo si deve non a chi protesta contro un atto di pirateria internazionale, ma al contrario, a uno Stato che se ne infischia delle più elementari regole del vivere civile e cerca il consenso internazionale agitando in modo pretestuoso l'autodifesa e il terrorismo.
Esattamente come ha spiegato egregiamente allo stesso Mineo Moni Ovadia.

Nel gennaio 2009 subito dopo l'aggressione a Gaza, riconosciuta tale dal giudice Goldstone e dall'ONU, Riccardo Pacifici, dimostrando un cinismo fuori dal comune, pretendeva di raccogliere "aiuti umanitari" per gli oltre 1000 bambini feriti da quei bombardamenti selvaggi e nello stesso tempo difendeva quell'attacco. Oggi Pacifici e gli esponenti della comunità ebraica romana difendono l'atto di pirateria, il sequestro in acque internazionali di circa 700 persone provenienti da 40 Paesi e l'assedio di Gaza.

Non si tratta di ritenere responsabili tutti gli ebrei, questo è un atteggiamento stupido, dannoso e controproducente e questa stupidità non appartiene a chi il 31 maggio per le vie di Roma manifestava a favore del dirittro internazionale.

Ricordo infine che la comunità ebraica nel 2002, dopo l'ennesima rappresaglia ordinata da Sharon, manifestò, insieme a Forza Nuova, sotto le finestre del giornale Liberazione, reo di aver messo in prima pagina una fotografia di Sharon con la didascalia "criminale di guerra".

Sarebbe meglio, per evitare appunto le amalgame negative e razzistiche, che la comunità ebraica italiana prendesse posizione seriamente a favore del diritto internazionale invece pretendere ancora una volta di essere esente da un'assunzione di responsabilità.

Sarebbe bene che tutti noi chiedessimo spiegazioni del perché il nostro governo si schiera all'ONU contro un'inchiesta internazionale, invece di accettare scorciatoie pericolose, per tutti e tutte.

Pericolose perché aumentano l'impunità e l'impunità rende facile il grilletto...

Cinzia Nachira - Lecce
da Forum Palestina del 3 giugno 2010

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