Nel giorno in cui il mondo si concentrava sulle polemiche intorno alla Conferenza dell’ONU di Ginevra contro il razzismo, boicottata da Israele e dai suoi alleati, due diverse denunce del colonialismo israeliano hanno riportato l’attenzione sulle condizioni del popolo palestinese.
Porre fine alla costruzione di insediamenti coloniali israeliani in Cisgiordania per far ripartire il processo di pace in Medio Oriente: è questo uno dei punti più significativi della Dichiarazione di Cordova, la città spagnola dove si è conclusa ieri la VII riunione dei ministri degli Esteri del Mediterraneo occidentale. “I ministri – si legge nel documento – ribadiscono l’esigenza di un congelamento completo e immediato delle attività di colonizzazione contrarie al diritto internazionale… in tutti i territori palestinesi occupati, inclusa Gerusalemme Est”. Un assunto fatto proprio dal ministro degli Esteri spagnolo Miguel Angel Moratinos che ha presieduto l’incontro insieme al collega marocchino Tayyeb Fassi-Fihri: “I nostri paesi - ha detto Moratinos – lanciano un appello urgente per garantire e rendere possibile la soluzione di due stati, Israele e Palestina, che vivano in pace e sicurezza”. Una prospettiva, quella dei due stati, rigettata apertamente dal nuovo governo di Tel Aviv ormai su posizioni esplicitamente oltranziste. Co-presieduto da Marocco e Spagna, il vertice si è inoltre concentrato sulle prospettive delle relazioni tra le due sponde del Mediterraneo e sulla possibilità di rendere più concreto il progetto di una Unione del Mediterraneo lanciato lo scorso luglio a Parigi in antagonismo con il progetto del ‘Grande Medio Oriente’ caro a Washington e basato invece sul ruolo centrale di Tel Aviv e dei governi di Egitto e Giordania. A Cordova erano rappresentati Marocco, Mauritania, Algeria, Tunisia e Libia per l’Africa, Spagna, Portogallo, Francia, Italia e Malta per l’Europa.
*Radio Città Aperta
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